Tesco pronta a uscire dalla Corea

Per gestire la transazione, che si prevede attirerà l’attenzione delle società di private equity, Tesco ha ingaggiato Hsbc. La cessione lascerebbe andare una bella fetta delle operazioni globali dopo una serie di abbagli presi nell’ambito della catena di vendita al dettaglio nel Regno Unito, tra cui uno scandalo per irregolarità contabile, ingenti svalutazioni e lo sconvolgimento del management.

Potrebbe essere un affare notevole per le società di private equity asiatiche. Inoltre, le banche della Corea del Sud in passato si sono mostrate disponibili a staccare grossi assegni per finanziare acquisizioni di attività che generano un forte flusso di cassa come i retailer. Le banche e gli investitori hanno tenuto sotto stretta osservazione le attività asiatiche di Tesco, che opera sostanzialmente in mercati come Corea del Sud, Thailandia e, in misura inferiore, in Malesia.

I problemi finanziari hanno messo il gruppo in una situazione in cui sono poche le opzioni praticabili. Per l’anno fiscale conclusosi il 28 febbraio ha pubblicato una perdita lorda di 6,38 miliardi di sterline rispetto a un utile di 2,26 miliardi di sterline dell’anno precedente. In Gran Bretagna ha ancora una posizione dominante sul mercato, ma la sua quota è stata nettamente erosa dinanzi alla concorrenza di supermercati di fascia più elevata e degli aggressivi discount.

Questi problemi domestici hanno spinto il nuovo ceo Dave Lewis a guardarsi intorno alla ricerca di liquidità per finanziare un’inversione di rotta. Il nuovo team amministrativo deve quindi affrontare una potenziale vendita delle attività in Asia, che potrebbe fornire contante, ma anche togliere una grossa fetta ai ricavi complessivi della società.

D’altra parte, la Corea del Sud è stato un mercato difficile da decifrare per molti retailer, esteri e non. I player sudcoreani dotati di una rete di punti vendita hanno subìto molto la nuova tendenza dei consumatori a ricercare affari online. I tassi di penetrazione di internet e del mobile del Paese sono tra i più elevati al mondo, e la nuova concorrenza di player del settore mobile come Coupong, che questa settimana ha ricevuto un finanziamento di un miliardo di dollari da SoftBank, stanno tenendo sotto pressione i retailer che hanno costi fissi più elevati.

Inoltre, i consumatori coreani stanno facendo shopping online anche su siti web esteri, dove possono evitare le notevoli maggiorazioni apposte sui beni dai rivenditori locali. A volte gli stessi prodotti possono essere acquistati per meno della metà del prezzo al dettaglio, comprese le spese di spedizione.

tratto da milano finanza

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