Richemont, energia rinnovabile in tutti i siti entro il 2025

Richemont ha pubblicato, negli scorsi giorni, il Rapporto annuale di Sostenibilità 2022, entrando nel vivo della performance Esg (environmental, social and governance) per l’anno chiuso il 31 marzo 2022. Negli scorsi mesi, il colosso dell’hard luxury, inoltre, ha nominato la sua prima chief sustainability officer. La scelta è ricaduta su Bérangère Ruchat, a cui si affianca la nomina di Jasmine Whitbread come nuova presidentessa del comitato del consiglio di amministrazione per la governance e la sostenibilità.

“La nostra missione – ha commentato Bérangère Ruchat – è infondere una mentalità orientata all’impatto, consentendo ai nostri colleghi di comprendere e integrare le dimensioni ambientali e sociali in ogni decisione aziendale. Seguendo gli standard globali, ci impegniamo ad ampliare il nostro reporting di sostenibilità e ad operare con il più alto livello di corporate governance”.

Nell’esercizio fiscale chiuso il 31 marzo scorso la parent company, tra gli altri, di Cartier, Iwc e Baume & Mercier, ha registrato vendite in aumento del 46% per oltre 19,18 miliardi di euro e profitti per 2,08 miliardi, a +61 per cento.

In termini di impatto ambientale, Richemont intende arrivare a utilizzare il 100% di energia elettrica rinnovabile in tutte le sue sedi entro il 2025. Ad oggi, il tasso di conversione ha raggiunto il 92% (con un miglioramento di 28 punti percentuali dal 2019). La holding di Ginevra sarebbe “sulla buona strada per eliminare il cloruro di polivinile (PVC) dai suoi prodotti e imballaggi entro dicembre 2022”. Quanto invece all’ambito sociale, l’azienda ha pubblicato i risultati della sua prima valutazione dell’impatto dei prodotti sull’estrazione artigianale dell’oro su piccola scala. La collaborazione con la Fondazione Equal-Salary ha l’obiettivo di raggiungere la parità retributiva entro il 2024. Inoltre, sono stati donati 42 milioni di euro per iniziative e investimenti comunitari, nei settori della sanità, dello sviluppo sociale ed economico, dell’istruzione, del benessere delle donne e dei bambini. Queste donazioni segnano un +17% rispetto all’anno precedente e un +40% sugli ultimi cinque anni.

Lo scorso ottobre Chloè, controllata da Richemont, è stata la prima maison di moda ad ottenere la certificazione B Corp, confermando la migrazione della griffe verso un modello aziendale più sostenibile.

Fonte: pambianconews.com 

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