Packaging e materie prime, accelera il beauty eco

Come accade per l’abbigliamento e per il food, anche nella cosmetica l’attenzione verso le tematiche della sostenibilità è massima. E lo è anche di più, per il fatto non banale che i prodotti realizzati dalle aziende del settore sono destinati alla cura della persona. E che il concetto di bellezza esteriore non può essere in contrasto con le modalità di produzione. A testimonianza di questo, alcune realtà del beauty sono state antesignane di certificazioni e anche trasformazioni societarie in chiave B corp, a cominciare da Davines, che nel 2016 ha ottenuto la certificazione e poi è diventata società benefit, al pari della controllata Davines north America, con tanto di cambiamento dello statuto.

«Davines sostiene il movimento delle B corp e si riconosce nel principio di interdipendenza e di una economia stakeholder driven, capisaldi ideologici di un nuovo modo di fare impresa sempre più urgente per il mondo di oggi», ha affermato Davide Bollati, presidente della società parmense specializzata in prodotti tricologici di alta qualità. Quello di Davines non è un caso isolato. L’elenco delle società certificate B corp, frutto di un processo che prevede il raggiungimento di una serie di obiettivi di performance ambientali e sociali oltre all’impegno verso tutti gli stakeholder, comprende infatti diversi nomi del beauty made in Italy, da Dermophisiologique (trattamenti per la pelle) a Herbatint by Antica erboristeria (colorazioni per capelli senza ammoniaca) fino a N&b group (cosmesi naturale e bio). Al di là della fattispecie B corp, le attenzioni di tutto il comparto sono sempre più rivolte a processi produttivi sostenibili, come dimostra l’impegno di L’Oréal per il packaging realizzato a partire dalle emissioni di anidride carbonica catturata e riciclata, in collaborazione con LanzaTech e Total.

Si tratta di un processo tecnologico e industriale che dimostra come la Co2 emessa dalle attività industriali possa essere utilizzata per produrre packaging in plastica. «Abbiamo l’ambizione di utilizzare questo materiale sostenibile nei flaconi di shampoo e balsamo entro il 2024 e speriamo che altre aziende si uniranno a noi nell’impiegare questa rivoluzionaria innovazione», ha dichiarato Jacques Playe, packaging & development director di L’Oréal. Il tema del beauty sostenibile è stato anche al centro di diversi webinar realizzati negli ultimi mesi da Cosmoprof. In uno di questi, il contract manufacturer Intercos, che opera a servizio dei principali brand mondiali, ha tracciato i tre valori alla base dei propri progetti (good for you, for life, for the planet) evidenziando le attenzioni verso le comunità locali, ad esempio nella selezione degli ingredienti e dei processi di recupero delle materie prime, e per la riduzione delle emissioni di carbonio nei processi di lavorazione, l’utilizzo di materiali riciclati, il contenimento delle risorse idriche utilizzate nei processi di produzione e il packaging sostenibile. Un percorso destinato a diventare sempre più strategico per l’industria cosmetica italiana.

Fonte: mffashion.com 

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