Bertelli (Prada): “In Cina vendite in crescita a doppia cifra ad aprile”

“In Cina, Corea e Taiwan abbiamo già riaperto, e le vendite stanno andando bene, con una crescita a doppia cifra ad aprile. A Hong Kong e Macao l’attività è più rallentata perché sono piazze che dipendono molto dal turismo. In Europa abbiamo riaperto alcuni negozi in Germania, Austria e Olanda”. Parola di Partizio Bertelli, numero uno del gruppo Prada, che in un’intervista a La Repubblica ha tracciato le stime della fashion house italiana per i prossimi mesi su temi diversi, a partire dalla riapertura del retail network. “La ripresa della produzione – ha continuato Bertelli – dovrebbe permetterci di far arrivare la collezione autunno/inverno nei negozi a fine luglio/agosto, con circa un mese di ritardo rispetto al normale. Poi vedremo la reazione del pubblico quando riapriranno i negozi con la collezione estiva”.

La scorsa settimana, Prada ha riaperto parzialmente i propri poli produttivi in Toscana, Umbria, Marche, Veneto e Milano. Come previsto dal protocollo interno sulla sicurezza siglato tra l’azienda, i rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza, il medico coordinatore e il servizio Salute e Sicurezza, le misure prevedono orari ridotti, articolati su più turni, per consentire un accesso scaglionato alle sedi e il distanziamento corretto delle postazioni di lavoro di circa due metri. L’azienda ha inoltre previsto test sierologici per tutti i dipendenti. “Abbiamo richiamato al lavoro circa 300 addetti delle divisioni di pelletteria, abbigliamento e calzature nelle sedi toscane, inizialmente per i laboratori di prototipi e campionario indispensabili per l’avanzamento delle collezioni – ha raccontato Bertelli al quotidiano -. A seguire, dal 27 aprile, hanno riaperto le unità tecnico-industriali in Umbria, Marche e Veneto, e i reparti di collezione della sede di Milano. Il tutto seguendo un protocollo ben preciso in accordo con i sindacati, che ci ha permesso di adottare tutte le misure di tutela contro il contagio da Covid-19”.

Secondo quanto reso noto lo scorso marzo, l’azienda guidata da Bertelli e da Miuccia Prada ha chiuso i dodici mesi al 31 dicembre scorso con ricavi netti per 3,226 miliardi di euro, in crescita del 3% a cambi correnti e flat a cambi costanti. L’utile netto del gruppo, cui fanno capo i marchi Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe, ha toccato quota 256 milioni di euro (percentuale sui ricavi del 7,9%), beneficiando del Patent Box. Nel 2018, il risultato netto era pari a 205 milioni, con una percentuale sui ricavi del 6,5 per cento.

Con il lockdown e una stagione in ritardo, secondo Bertelli, per le aziende della moda sarà complicato stilare il bilancio 2020: “Sarà molto difficile – ha dichiarato l’imprenditore -, proprio per questo penso sarebbe giusto allungare l’esercizio 2020 fino al giugno 2021, in modo da compensare i mesi di difficoltà di quest’anno. Ma chi soffrirà di più saranno i piccoli artigiani del settore, i più colpiti dalle regole sul distanziamento. Dovranno essere supportati dai grandi gruppi, oltre che dallo Stato”.

Guardando alla ripartenza sul fronte dei consumi, secondo Bertelli alcuni settori soffriranno per molto tempo, come il trasporto aereo e il turismo. “Gli italiani – riflette l’amministratore delegato del gruppo Prada – saranno avvantaggiati perché il nostro Paese ha risorse naturali e artistiche che altri non hanno. Ma per città come Venezia sarà un duro colpo. Si aprirà una fase più prudente nei comportamenti del pubblico, gli acquisti saranno più attenti, ma senza un atteggiamento di austerità, lo definirei più disinvolto”.

Fonte: pambianconews.com

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