VéGé punta alla quinta piazza

Finora il mercato sta tenendo, seppure sia risultato in flessione a giugno. Le vacanze autarchiche degli italiani possono aiutare, i consumi alimentari, in estate. Il vero rischio, che è pure una incognita, è settembre. «Bisogna capire cosa succederà alla ripresa dal periodo estivo. Se partono i licenziamenti nelle aziende e persisteranno i problemi con la cassa integrazione in deroga ci sarà inevitabilmente un calo dello scontrino medio nelle attività commerciale.

E per la distribuzione non sarà certo un bel segnale. Temo la mancanza di disponibilità economica degli italiani», avverte Giorgio Santoambrogio, amministratore delegato del gruppo VéGé che racchiude 35 aziende del comparto (tra le quali i marchi Bennet, Tosano, Migross e Isa) e che conta su una rete di oltre 3.500 punti vendita in Italia.

Ieri si è tenuta l’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2019 che presenta un fatturato complessivo di 7,48 miliardi (+13,3% rispetto all’anno precedente). «Ho avvertito fiducia tra i soci. E’ una delle poche volte che ho trovato i commercianti contenti nelle quattro ore e mezza di assemblea. Speriamo sia un buon segnale», aggiunge l’ad di VéGé che ha una quota di mercato del 7,04% e che nel primo quadrimestre dell’anno ha registrato un incremento, a valore, del 18,2% a parità di perimetro di rete. Una struttura territoriale che, nella seconda parte dell’anno, saranno rafforzata con l’apertura di altri 72 punti vendita (oltre a 208 ristrutturazioni di superfici commerciali in corso).

«In autunno vorrei aumentare la numerica dei soci, trovando nuove opportunità in aree e regioni dove abbiamo quote di mercato da accrescere. Mi riferisco in particolare a Lombardia e Piemonte, Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio», sottolinea Santambrogio pronto a valutare operazioni di mercato, non solo in termini ampliamento organico della rete di punti vendita. «E’ ineludibile che nel prossimo futuro si assisterà, come per altri business, a una polarizzazione del mercato della grande distribuzione in Italia», analizza l’ad del gruppo VéGé.

«Credo che alla fine resteranno le due grandi cooperative, ovvero Conad e Coop Italia, il gruppo Esselunga dei Caprotti, il consorzio Selex e noi, grazie anche al progetto Aicube, una delle principali centrali d’acquisto del mercato, nata dall’alleanza con Carrefour (e dalla quale è uscita di recente Pam, ndr)».

Insomma, in un comparto come quello della gdo aggredito dai competitor del discount – in particolare l’italiana Eurospin e le tedesche Lidl e Aldi – e dall’ecommerce (l’online quest’anno, grazie anche all’upside registrato nei mesi di lockdown, raddoppierà la quota di mercato passando dal 2% al 4%), «la razionalizzazione è necessaria ed è positiva anche per la marca commerciale che sta crescendo parecchio», conclude Santambrogio, per il quale «la concentrazione aiuta l’efficienza del sistema».

 

Fonte: MilanoFinanza.it

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