Save the Duck apre a New York il suo primo flagship americano

Save the Duck, il brand milanese specializzato nei parka sostenibili, ha aperto il suo primo flagship store americano a New York. Per celebrare l’avvenimento, Loris Spadaccini, Director e General Manager USA del marchio, era presente nel nuovo spazio di circa 140 metri quadrati, situato in lower Broadway, per accogliere la stampa e altri ospiti VIP nel negozio, che presenta una gigantesca anatra arancione, mascotte di Save the Duck, ed è pieno zeppo di piumini e parka di ogni forma e colore.

“Siamo stati il primo brand di moda italiano a ottenere la certificazione B Corp, nel 2018. Ci siamo impegnati a diventare carbon neutral entro il 2030”, ha dichiarato Spadaccini, sottolineando gli aspetti sostenibili del marchio. “Una giacca salva 25-30 anatre; la cosa triste è che le anatre vengono uccise solo per i peli del petto e non tutte vengono usate come cibo”.

Il design del negozio richiama i materiali ecologici del marchio, in particolare la plastica riciclata utilizzata per l’illuminazione e la vernice di gomma naturale usata al posto delle vernici commerciali, cariche di sostanze chimiche. Inoltre, alcuni materiali da costruzione includono l’uso di nylon realizzato con plastica riciclata.

La label, già presente negli Stati Uniti in department store come Nordstrom, Bloomingdale’s, Neiman Marcus e altri, realizza l’80% delle sue vendite nel canale wholesale, mentre il restate 20% proviene dall’e-commerce. Questi dati indicano New York come il mercato più grande del brand, oltre ad essere il quartier generale delle sue operazioni negli Stati Uniti. Save the Duck vede gli USA come il più grande mercato di esportazione, con il maggior potenziale di crescita in futuro.

Nel 2020 il brand ha ampliato la propria offerta all’abbigliamento per bambini, che sarà presto presente nel nuovo store. Il marchio prevede di espandere la linea per includere proposte più smart e alla moda. Attualmente, la collezione donna rappresenta circa il 53% del business, quella maschile il 37% e la linea per bambini il 10%, in crescita.

La presenza negli Stati Uniti rende il brand maturo per una collaborazione locale, ma Spadaccini è cauto riguardo a ciò: “Abbiamo collaborato con successo con Missoni due anni fa e poi con il marchio britannico di capispalla Mackintosh. Per considerare una label o un designer americano, dobbiamo assicurarci che siano in linea con i nostri obiettivi e le nostre pratiche ambientali. Prendiamo decisioni aziendali in base a come le iniziative verranno realizzate, non necessariamente a quanto successo potrebbero avere”.

Save the Duck non solo offre un’alternativa sostenibile al piumino, conosciuta come Plumtech, ma presenta un interessante vantaggio competitivo in termini di prezzo: “Le nostre giacche più costose sono comprese tra 500 e 700 dollari, per quelle più tecniche e più pesanti”, continua il manager. L’entry price è di 200 dollari per i giubbotti. Spadaccini attribuisce questa capacità di mantenere prezzi contenuti ai “rapporti stretti” con i produttori che soddisfano i loro standard B-Corp, ma che aiutano anche a mantenere buoni margini, grazie ai volumi di produzione.

Il brand vanta una presenza manifatturiera in Italia dal 1914, quando Foresto Bargi fondò la Forest Clothing Company, oggi guidata dal nipote di Foresto, l’Amministratore Delegato Nicolas Bargi. Interessato al benessere degli animali e all’ambiente, soprattutto in quanto appassionato surfista, Nicolas ha rinominato l’azienda Save the Duck nel 2012.

“Questo è stato un anno importante per noi, poiché ci stiamo espandendo in nuove regioni strategiche, oltre a rafforzarci nei mercati in cui siamo già presenti”, ha dichiarato l’AD e titolare. “Sono entusiasta dell’apertura a New York perché è il nostro primo flagship store negli Stati Uniti, un mercato chiave per noi. Nel medio-lungo termine, puntiamo ad accelerare la nostra crescita e rafforzare l’identità del marchio e la sua consapevolezza a livello globale”.

Fonte: it.fashionnetwork.com 

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