Retail Non Food. Marco Cuppini anticipa il suo intervento: “L’impatto di Covid-19 sul settore non alimentare: dall’accelerazione dell’e-commerce ai nuovi comportamenti strutturali di visita e acquisto nei punti vendita”

Marco Cuppini, Research and Communication Director, GS1 Italy anticipa alcuni dei temi che affronteremo nel corso dell’evento.

Il Covid-19 sta avendo l’effetto di uno shock sull’universo del largo consumo non alimentare: la chiusura forzata per il lockdown combinata con il timore del contagio espresso dagli italiani, con il calo del potere d’acquisto delle famiglie e con la preoccupazione per il futuro stanno avendo pesanti ripercussioni su tutto il comparto, come emerge dall’analisi dell’Osservatorio Non Food 2020 di GS1 Italy *. Questa crisi dei consumi deriva principalmente dall’aumento del tasso di risparmio, a fronte di redditi che si sono ridotti relativamente. Una specie di risparmio forzato, legato al fatto che una serie di consumi semplicemente non sono stati o non sono ancora possibili; si pensi ad esempio alle voci legate alla mobilità, come gli acquisti di benzina o all’utilizzo di trasporti aerei e ferroviari, come si sono ridotte drasticamente anche dopo l’azzeramento forzato durante il lockdown.

Da uno studio di Metrica per l’Osservatorio Non Food emerge una situazione molto critica che avrà un impatto pesante sui consumi non food e sulla rete commerciale: il 2020 è stato un anno con vendite in forte calo in tutti i 13 comparti merceologici analizzati (con la sola esclusione dei prodotti di automedicazione), soprattutto per i prodotti di cancelleria (-32/40%), l’abbigliamento e le calzature (-30/39%), il bricolage (-18/25%) e l’edutainment (-15/22%).

Entrando nell’analisi dei canali commerciali, l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy stima che il calo delle vendite previsto per tutto il 2020 colpirà soprattutto le grandi catene e le superfici specializzate, mentre si assisterà a una forte accelerazione dell’e-commerce, che farà aumentare il numero di comparti non alimentari in cui l’e-commerce supererà il 10% di incidenza. Se gli italiani sono tiepidi verso grandi store e centri commerciali, sembrano invece bendisposti nei confronti dell’e-commerce: dal 15% al 25% dei consumatori intervistati da Metrica per l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy dichiara di voler sostituire gli acquisti fatti nei negozi fisici con quelli realizzati via web.

I consumatori sembrano orientati verso l’e-commerce per i prodotti del non food molto più che in passato. Oltre il 60% dei rispondenti dichiara che continuerà a effettuare acquisti tramite Internet anche in periodo post crisi e il 25% sostiene che sostituirebbe senza problemi gli acquisti in luogo fisico con l’e-commerce. Qualcosa è cambiato e i segni saranno visibili e tangibili anche in futuro, al di là della contingenza.

Il 2020 è stato un anno con risultati economici diversificati a seconda dei settori perché non è importante solo l’entità della contrazione della produzione, ma anche la velocità del successivo recupero e la capacità che le imprese hanno avuto di compensare le minori entrate abbattendo i costi.

Occorre considerare diversi fattori. Il primo è la mancata ripartenza dei consumi durante la fase 2, a cui si aggiungono le previsioni negative per i mesi a venire. La paura del contagio continuerà a influire in modo importante sia sulla frequenza di visita dei punti vendita, sia sulle scelte degli store da visitare, e potrebbe determinare anche nuovi comportamenti strutturali di visita e acquisto. A rischio appaiono soprattutto i centri commerciali: solo il 29% dei loro frequentatori abituali dichiara di non voler cambiare le proprie abitudini contro il 68% che prevede di andarci di meno, principalmente per il timore di dover fare troppe file a causa dei protocolli di sicurezza.

La grande incognita di questo scenario è la ripresa economica, che condizionerà in modo decisivo l’andamento degli acquisti non alimentari. Il 45% degli intervistati si è detto abbastanza preoccupato per il futuro e, per questo, intenzionato a comprare solo i beni non alimentari necessari, rimandando o evitando gli acquisti giudicati superflui. Un 23% è più preoccupato e, in un caso su tre, preferisce rinviare gli acquisti al 2021. A farne le spese saranno soprattutto articoli di arredamento e grandi elettrodomestici.

• L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy raccoglie informazioni su 13 comparti: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli.

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