Lvmh, emissioni dimezzate entro il 2030

Lvhm rilancia sulla sostenibilità. Il colosso del lusso francese ha messo a punto le future strategie per tener fede al proprio impegno per la salvaguardia del pianeta, già annunciate in occasione della Climate Week tenutasi lo scorso dicembre. Dopo Life 2020, si apre dunque un nuovo capitolo per il dipartimento ambientale del gruppo creato nel 1992. Intitolato Life 360, il piano d’azione fissa obiettivi e tempi volti a forgiare una nuova alleanza tra natura e creatività.

La roadmap, grazie alla quale Lvmh potrà allinearsi ai traguardi definiti dall’Accordo di Parigi, prevede target a 3, 6 e 10 anni (2023, 2026 e 2030) e si fonda su quattro pilastri: circolarità creativa, trasparenza, biodiversità e clima. In primo luogo, entro il 2030 la totalità dei prodotti del gruppo sarà frutto dell’ecodesign, finalizzato a ridurre l’impatto ambientale legato all’estrazione delle materie prime e alla loro trasformazione, mentre entro il 2026 è prevista l’eliminazione dagli imballaggi della plastica vergine di derivazione fossile. Inoltre, considerando la tracciabilità “essenziale per garantire pratiche responsabili”, entro il 2030 il 100% delle catene di approvvigionamento strategiche del gruppo integreranno sistemi in grado di monitorare l’intero ciclo di vita dei prodotti.

“Ciò che ci guida – ha spiegato Hélène Valade, responsabile ambientale di Lvmh, a Wwd – non è il second hand, ma una second life per i nostri prodotti, sia per i nostri clienti che per noi”. In questa direzione si inquadrano i servizi forniti per la riparazione e l’upcycling, destinati a prolungarne la longevità.

Terzo fronte, la protezione degli ecosistemi, con l’obiettivo di rinunciare al sourcing nelle zone ad alto rischio di deforestazione o desertificazione e di riabilitare, attraverso programmi di agricoltura rigenerativa, 5 milioni di ettari di habitat faunistico e vegetale entro il 2030. Infine, per combattere il cambiamento climatico, Lvmh mira a ridurre del 50% entro il 2026 le emissioni di carbonio derivanti dal consumo di energia nei propri siti e negozi grazie all’impiego del 100% di energia rinnovabile. Per il 2030 è attesa, poi, una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra pari al 55 per cento.

“Quello che vorremmo vedere emergere è un nuovo tipo di lusso, una forma di lusso più pulita che non riguarda l’abbondanza e che ha un rapporto diverso con il tempo e la natura”, ha concluso Valade.

Fonte: pambianconews.com 

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