Coronavirus, così le catene reagiscono alla corsa agli acquisti nei supermarket

Pasta, sugo, zucchero, latte, detersivi per la casa i prodotti andati a ruba sugli scaffali dei supermercati. «Si tratta di un fenomeno già visto in occasione di altri eventi quali la Guerra nel Golfo o il disastro di Chernobyl – ricorda Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa le imprese della distribuzione moderna organizzata – Questi eventi scatenano una forte emotività che crea un temporaneo esaurimento delle merci nei punti vendita. Sia la produzione che lo stoccaggio sono in grado di far fronte alla domanda: si tratta soltanto di qualche disservizio temporaneo, poi la situazione si normalizzerà».

Parole rassicuranti arrivano dai big della grande distribuzione che assicurano di non intervenire sui prezzi dei prodotti a differenza delle piattaforme di e-commerce dove gli algoritmi hanno fatto impazzire i listini. Sami Kahale, Ceo di Esselunga, spiega che la catena «ha chiaramente dovuto affrontare un aumento significativo e inaspettato della domanda, a causa della diffusione del Coronavirus. Negli ultimi due giorni, abbiamo gestito in modo efficiente questo incremento improvviso e siamo riusciti a soddisfare un livello di domanda pari a più del doppio del normale. Anche oggi abbiamo assistito a un simile aumento di richieste e siamo riusciti a soddisfarle – spiega l’ad -. Non prevediamo di avere carenze di prodotti e per accelerare il rifornimento degli scaffali abbiamo oltre 150 persone che dalla sede supportano i colleghi dei negozi».

Nei market Carrefour le vendite di Piemonte e Lombardia nel week end hanno fatto segnare picchi fino al +130% per i prodotti non deperibili, fanno sapere della società, e la piattaforma di e-commerce ha decuplicato i volumi di traffico mentre i due centri logistici a Chignolo Po e a Massalengo, ai margini della zona rossa nel lodigiano, sono pienamente operativi. Nessun problema anche per una decina di negozi nell’area tra Cremona e Lodi che vengono riforniti regolarmente.

Anche la macchina di Conad corre senza grossi problemi. «I rifornimenti sono regolari, non mancherà nulla – dice una nota del Gruppo -. Possiamo pianificare, con le nostre strutture logistiche, anche consegne in zone e modalità segnalate dalle pubbliche autorità. Siamo in grado di assicurare la disponibilità di generi di prima necessità alle persone in modo continuo e regolare».

La rete Coop nelle aree dell’emergenza segna aumenti fino a un +50% di vendite in Lombardia. «Ci riforniamo degli articoli maggiormenti richiesti come food a lunga conservazione oltre a gel e mascherine andati rapidamente in esaurimento. I rifornimenti di merci sono regolari e continuativi con i magazzini che funzionano a pieno ritmo. Rimane invece la difficoltà di approvvigionamento di articoli quali in particolare gel disinfettanti e mascherine che sono andati esauriti e per i quali si sta provvedendo, contando di poterli riavere in assortimento nei prossimi giorni».

Il Gruppo Bennet, ben radicato nel Nord Italia con una rete di ipermercati, fa sapere essere operativo su tutti i fronti, in particolare modo rispetto al rifornimento e allo stoccaggio dei beni di prima necessità. «Non sussistono assolutamenti problemi di scarsità di beni – premette Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di Gruppo VéGé -. I magazzini sono pieni e il flusso logistico con i fornitori è nella norma, con il ripristino delle scorte è continuo mentre la corsa all’accaparramento vista in alcune regioni è immotivata». Amazon, per finire, ricorda che sta lavorando insieme ai fornitori per ottenere ulteriori quantitativi di prodotto e mantenere gli abituali livelli di offerta per i clienti. Non resta da sperare che venga disattivato l’algoritmo che negli ultimi giorni ha fatto schizzare a prezzi stellari prodotti come l’Amuchina e le mascherine protettive.

Fonte: Ilsole24ore.com

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