Investimenti retail, si attende un rimbalzo positivo nel 2021

È costretto a prendersi una pausa di riflessione il mercato dell’immobiliare commerciale in Italia e nel resto d’Europa. Vuoi perché lo impone il lockdown causato dall’epidemia. Vuoi perché il settore sta già facendo i conti con la flessione causata dalla retail disruption.

Per quest’anno è dunque previsto un calo sia degli investimenti, sia del fatturato, ma le prospettive per il 2021 sono positive. Considerando anche che l’attuale vista, deserta, delle strade dello shopping potrebbe indurre i consumatori, nel momento della ripresa, a rivalutare il ruolo giocato dagli spazi fisici. Un discorso a parte va fatto per le high street del lusso che manterranno un trend favorevole anche nel dopo coronavirus.

Questo in sintesi quanto emerge dal «Rapporto 2020 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e Italia» realizzato da Scenari immobiliari. «Dopo un lungo periodo positivo, il comparto immobiliare commerciale in Europa ha chiuso il 2019 con un -28% rispetto al 2018, pari a 42,1 miliardi di investimenti. Per il 2020, anche a causa della crisi, si prevede una contrazione degli investimenti del 30% in Europa e del 25% in Italia», ha spiegato Clara Garibello, direttore di ricerca a Scenari immobiliari, lanciando però un messaggio positivo: «Una veloce ripresa potrebbe arrivare anche nella prima metà del 2021».

A livello di fatturato il mercato immobiliare italiano, che nel 2019 è cresciuto 3,4% a 9,2 miliardi, quest’anno è stimato in diminuzione di circa il 27% a 6,7 miliardi. Il covid-19 colpisce anche i progetti di sviluppo e restyling dei centri commerciali. Soprattutto in Italia dove la quota di 1,46 milioni di metri quadrati, di cui 790 mila metri quadrati di nuove realizzazioni, è nettamente superiore al resto d’Europa (oltre 5,27 milioni di metri quadrati).

«Questi interventi sono a rischio, dato che molti fondi e investitori istituzionali cambieranno l’asset allocation degli investimenti per i prossimi anni. Il commerciale non è più considerato anticiclico», ha commentato Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari. Dal canto suo Alberto Baldan, ceo di Grandi stazioni retail ha però confermato: «Compatibilmente con le restrizioni previste, non abbiamo bloccato nessuna attività di riqualificazione. A Milano stiamo terminando il Mercato Centrale».

Bisognerà comunque pensare a come ripartire dopo l’emergenza: «Negli shopping center sarà necessario inventarsi nuove soluzione e, almeno nel breve, ridisegnare gli spazi comuni perché gli affollamenti non saranno comunque consentiti», ha detto Stefano Pessina, presidente dell’Associazione direttori centri commerciali.

Costituiscono invece un universo a sé le high street delle principali città italiane. Secondo il rapporto, via Montenapoleone a Milano con 13.200 euro al metro quadrato l’anno vanta i canoni più elevati, seguita da via Condotti a Roma (11 mila euro), Galleria Vittorio Emanuele nel capoluogo lombardo (10 mila euro), piazza di Spagna nella capitale (7.500 euro), Merceria II Aprile e campo San Bartolomeo a Venezia (5.200) e via dei Calzaiuoli a Firenze (4.500).

Per il 2020 si prevede una diminuzione moderata delle quotazioni, con una forte propensione alla polarizzazione tra immobili di qualità nelle posizioni prime e le restanti strutture di minore attrattività. «In generale occorrerà attendere il 2021 per tornare ai livelli di normalità, con il comparto retail che potrebbe registrare un rimbalzo positivo, a patto che riesca a cogliere da subito i cambiamenti nelle scelte del consumatore e possa seguire un percorso sinergico con il sottostante mercato immobiliare in termini sia di quotazioni, sia di innovazione» ha concluso Clara Garibello.

Fonte: milanofinanza.it

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