Il retail riparte con il freno a mano tirato

Il commercio continua a soffrire anche dopo la fine del lockdown. Se a giugno le perdite sono diminuite rispetto ai mesi precedenti, gli ostacoli alla ripresa rimangono elevati, tra l’assenza di turismo internazionale e norme anti-contagio che limitano la piena ripresa dell’attività.

Dopo il lieve recupero sul finire di maggio, giugno è partito con il segno meno secondo l’Osservatorio Confimprese, che registra nella prima decade del mese un trend negativo in tutti i comparti.

Le vendite al dettaglio di moda sono calate del -38%; -30% per l’arredamento casa e casalinghi e -40% per food/ristorazione, che inizia a riprendersi man mano che riaprono le attività commerciali.

Il traffico nei centri commerciali, crollato del 71% a maggio su base annua e con punte di -95% negli ultimi giorni del mese, torna a guadagnare terreno nella prima settimana di giugno, attestandosi a -35%.

Prosegue, invece, l’avanza dell’e-commerce con punte del +200% durante il lockdown. “La gente si è abituata a comprare sul web, ma ritornerà ad acquistare anche nel negozio fisico”, spiega Mario Resca, presidente Confimprese.

“Le previsioni pessimistiche si stanno allentando, nonostante persista il segno meno davanti ai fatturati. Per fare ripartire il retail serve ripensare l’esperienza d’acquisto con infrastrutture dedicate, facilità di spostamenti con i trasporti pubblici, orari flessibili”, aggiunge Resca.

Sul rilancio del comparto pesa anche il nodo del turismo internazionale, in primis dai Pesi extra-UE, che porta in Italia viaggiatori con elevate capacità di spesa e dai quali dipende la quasi totalità dello shopping di lusso.

“I turisti torneranno in Italia”, afferma il numero uno di Confimprese, “ma il governo deve dare il via a un serio piano di rilancio del turismo. Turismo e retail devono ripartire insieme”.

Piano che tarda ad arrivare, con il turismo internazionale che è il grande assente tra gli emendamenti (circa 1.200) al Decreto Rilancio. Un “grande errore, difficilmente recuperabile”, per Stefano Rizzi, Country Manager di Global Blue Italia.

Il Parlamento ha negato la strada per la votazione ad alcuni strumenti di sostegno alla filiera turistica, tra cui l’abbassamento della soglia minima di spesa per il tax free shopping in Italia, al momento tra le più alte in Europa.

Soglia eliminata già da molto tempo – ricorda Rizzi – in “Germania, Gran Bretagna e Spagna, dove il rimborso dell’Iva è previsto spendendo qualsiasi cifra, anche pochi euro. In Italia, al contrario, per ottenerlo i turisti devono spendere almeno 154,95 euro a singolo acquisto”.

Un’occasione persa, “per consentire agli operatori di avere uno strumento in più di attrazione nei confronti dei turisti e per non lasciare sul campo un ulteriore pezzetto di competitività italiana nei confronti dei nostri vicini europei”, conclude Rizzi.

Fonte: it.fashionnetwork.com

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