Il retail del “tempo sospeso”: come cambia il consumatore italiano

“L’Italia nel tempo sospeso”: dopo tre settimane da una prima valutazione TradeLab e Metrica Ricerche tornano per capire “come gli Italiani stanno affrontando l’attuale situazione di ‘sospensione della normalità?’ e sulle loro attese per il futuro”. Qual è il sentiment in questo momento e soprattutto quali previsioni al ritorno alla normalità (ammesso che la potremo chiamare tale). La ricerca vaglia diversi aspetti, ci soffermiamo al rapporto con i consumi e al retail.

Acquisti online. In tre settimane, raddoppia la propensione dei cittadini a effettuare acquisti online. Se erano il 17% tre settimane fa, ora è il 33% che dichiara di aver modificato l’approccio, certamente le limitazioni di uscita prima, cui si sono aggiunte quelle di acquisto hanno sicuramente influenzato tale propensione, ma una volta fatto il login e aver provato, probabilmente molti includeranno l’e-commerce tra i propri canali d’acquisto anche nel futuro.

Negozi di vicinato in grande spolvero per tutte le fasce d’età adulte e una nuova scoperta per i giovanissimi della Generazione Z. Oltre alla comodità obbligata, se ne riscopre la valenza sociale, cui l’aggiunta dei servizi quali l’ordine telefonico, la consegna a casa, li hanno resi protagonisti di una nuova vitalità, soprattutto nel Centro-Sud. Cionondimeno, la ricerca non lo dice, ma è importante sottolineare che vada fatta una giusta interpretazione del momento: i piccoli esercizi se vogliono mantenere la fedeltà anche nel post sarà bene che non calchino troppo la mano sui prezzi per non perdere la posizione acquisita.

Farmacie. L’emergenza ha reso più evidenti le doti di servizio delle farmacie sul territorio, agli italiani non solo è piaciuto ma la metà del campione chiede che se ne aumenti la diffusione con una maggiore delega alle farmacie. Dalla ricerca emerge anche un desiderio di avere dal farmacista (e dal medico di famiglia, pediatri inclusi), più informazioni (siamo al 60% con un + 5 rispetto a tre settimane fa).

Centri commerciali. Qui gli animi si dividono tra chi non vede l’ora che riaprano per ricominciare a fare shopping, mangiare nei ristoranti e viverli come luoghi sociali (37%) e chi invece (25%) pensa che comunque vada ci sarà una riduzione di pubblico. Lato offerta, il 33% delle persone, soprattutto i Baby Boomers e Generazione X, si aspettano cambiamenti nei centri commerciali, il 25% invece pensa che l’offerta rimarrà la stessa del preCovid.

Made in Italy. Già in auge pre quarantena, il made in Italy diventa strumento di sostegno all’economia italiana per il 73% dei cittadini, quindi più attenzione alla provenienza delle merci e anche maggiore interesse per eventuali vacanze in patria. I più propensi? I Baby Boomers, dove maggiore e? la capacita? di spesa. Per il turismo stessa avvertenza dei negozi di vicinato: aldilà della esterofilia che caratterizza gli italiani, molti prediligevano altri luoghi a causa dei prezzi troppo elevati a fronte di pochi servizi, il ritorno in massa di quest’estate misurerà anche la capacità del sistema di fidelizzare (e non spennare) questi entusiasmi per il Belpaese dei propri connazionali e trasformarli in ritorni.

Fonte: repubblica.it

Leave A Reply

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?