Geo Marketing: un approfondimento sui mercati rionali

Marc Augè, l’antropologo francese ideatore del concetto di nonluogo – gli spazi anonimi e stereotipati frequentati da persone frettolosamente in transito – ne era particolarmente attratto. Parliamo dei mercati rionali, in particolare di quelli – come il Mercato delle Erbe di Verona – che affondano le radici nel lontano Medioevo.
Luoghi del cuore oltre che dello scambio, svolgono in ogni città d’Italia una duplice funzione: economica, mediante l’offerta di beni e prodotti a prezzo calmierato rispetto ai punti vendita tradizionali; sociale, grazie all’opportunità di incontro e di relazione.
Esigenza quest’ultima particolarmente sentita nei grandi centri urbani.
Assistiamo così all’ennesima dimostrazione di come il passato (il Medioevo delle società comunali, l’età di Dante per intenderci) conviva serenamente con il presente della distribuzione organizzata, la forma di commercio più efficiente e moderna. Come sempre, fenomeni di consumo paralleli e divergenti richiedono un costante lavoro di integrazione. E’ quello che quotidianamente svolgiamo studiando l’impatto che l’offerta di prodotti freschi da parte dei mercati rionali ha sui punti vendita della GDO negli spazi circonvicini.
La parola chiave è dunque “integrazione” delle diverse forme di commercio e distribuzione. Nella convinzione che solo la conoscenza puntuale dei fenomeni di mercato consenta lo sviluppo armonico della società nel suo complesso.

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