Che cos’è il recommerce, come funziona, i casi di piattaforme per la vendita di prodotti usati

Il recommerce, o commercio di seconda mano, sta prendendo piede in tutto il mondo: offre una soluzione sostenibile contro il consumo eccessivo. Nascono diverse piattaforme che permettono di mettere in vendita articoli di proprietà, dando al contempo all’acquirente la garanzia di acquisto: come funziona e i vantaggi.

Il recommerce, noto anche come commercio di seconda mano o commercio inverso, è un modello di business che si concentra sulla vendita di prodotti usati o precedentemente posseduti. Il recommerce può includere una vasta gamma di prodotti, dai vestiti e accessori di moda, all’elettronica, ai libri e molto altro. Alcune piattaforme, soprattutto di vestiario, utilizzano anche il termine “pre-loved” per indicare i capi già posseduti da qualcun altro e poi rivenduti. Questo modello è alimentato dalla crescente consapevolezza dei consumatori riguardo alla sostenibilità e all’importanza del riutilizzo e del riciclo, in un percorso di economia circolare.

Secondo una ricerca Visa, entro il 2030 la transizione verso l’economia circolare in Europa potrebbe significare opportunità di business per un valore complessivo di 900 miliardi di euro.

Che cos’è il recommerce: le 6 R

L’attività di recommerce ruota attorno a sei comportamenti specifici (sei ri-): rinnovo, ricarica, riparazione, rivendita, restituzione e ridistribuzione.

  1. Rinnovo: consiste nel rimettere a nuovo prodotti usati per immetterli nuovamente sul mercato.
  2. Ricarica: si intende l’azione che viene fatta su un prodotto scarico per riutilizzarlo e risparmiare, ad esempio il gas contenuto in un climatizzatore.
  3. Riparazione: consiste nel dare una seconda vita a un prodotto in modo da poterlo rivendere; si addice soprattutto ai prodotti di elettronica di consumo.
  4. Rivendita: è l’azione finale con la quale viene venduto un prodotto usato non più utilizzato.
  5. Restituzione: è l’atto di ritiro o di accettazione dei prodotti alla fine del loro ciclo di vita.
  6. Ridistribuzione: indica il comportamento per cui le persone condividono un bene in avanzo facendo così in modo che possa disporne un’altra persona.

Come funziona il recommerce

Il recommerce funziona attraverso piattaforme online che facilitano la vendita e l’acquisto di prodotti usati. Queste piattaforme possono essere generaliste, come eBay, o specializzate in particolari categorie di prodotti, come Vestiaire Collective per la moda di lusso o l’app Swappa per l’elettronica. Nell’ambito degli indumenti, anche Vinted è molto popolare.

Su questi portali online, i venditori possono inserire i loro articoli, con l’aiuto di strumenti forniti dalla piattaforma per determinare il prezzo e descrivere lo stato del prodotto. Gli acquirenti possono cercare articoli, confrontare i prezzi e leggere le recensioni prima di fare un acquisto. Le piattaforme di recommerce guadagnano attraverso commissioni sulle vendite o attraverso servizi aggiuntivi, come la verifica dell’autenticità o la spedizione.

Quali vantaggi offre il recommerce

Il recommerce offre sicuramente una serie di vantaggi per i vari attori coinvolti. Per i consumatori si traducono nella possibilità di risparmiare denaro e di accedere a prodotti altrimenti inaccessibili, riducendo al contempo il loro impatto ambientale. Per i venditori è un modo per recuperare parte del valore degli articoli che non usano più. Per le aziende, infine, costituisce un nuovo canale di vendita e un modo per costruire relazioni con i clienti.

Per la società nel suo complesso, il recommerce è importante poiché contribuisce a ridurre i rifiuti e l’uso di risorse, in linea con i principi dell’economia circolare.

Recommerce e reselling, qual è la differenza?

La differenza chiave tra il recommerce e il reselling risiede nel fatto che il recommerce implica una sorta di processo di “rigenerazione” del prodotto. Nel recommerce, i prodotti usati vengono sempre ispezionati, riparati o rinnovati prima di essere rivenduti, garantendo che siano in buone condizioni e pronti per un ulteriore ciclo di vita. Questo non solo estende la vita utile del prodotto, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale.

Il reselling, d’altro canto, è semplicemente l’atto di rivendere un prodotto, senza alcun processo di rigenerazione. Questo può includere la vendita di articoli usati “così come sono”, senza alcuna garanzia di qualità o condizione. Anche il reselling può essere un modo efficace per dare una seconda vita ai prodotti, ma non offre lo stesso livello di sostenibilità o garanzia di qualità del recommerce. Una particolare forma di reselling consiste rivendere un prodotto molto ricercato, anche in edizione limitata, a prezzo maggiorato a coloro che non riescono a ottenerlo attraverso i canali ufficiali. Questa pratica è diffusa soprattutto per le sneakers – soprattutto dei marchi Adidas o Nike -, ma vale anche per altri capi di abbigliamento di vari brand.

Il caso: Vestiaire Collective, una seconda vita per il lusso

Uno dei casi più conosciuti e diffusi di recommerce è Vestiaire Collective. Nato nel 2009, ha fondato sei “Academy” di autenticazione in tutto il mondo e ha la particolarità di formare il suo personale direttamente presso i marchi del lusso.

Vestiaire Collective consente di comprare e vendere moda firmata di seconda mano, grazie a una community internazionale di milioni di appassionati e alla più grande collezione di capi e accessori di lusso second-hand. Il suo motto è “Fai fruttare il tuo guardaroba”. Sulla piattaforma Vestiaire Collective si possono creare annunci in pochi minuti; la spedizione è gratuita e si può guadagnare fino all’85% dell’importo di vendita.

Come avviene l’autenticazione di un prodotto

Vestiaire Collective dispone di 140 esperti, tra cui 50 addetti al controllo qualità e 90 all’autenticazione digitale e fisica, specializzati in lusso, gemmologia, orologeria e streetwear. Oltre al proprio background, ogni esperto riceve una formazione rigorosa e si mantiene aggiornato sugli standard del settore. La piattaforma può vantare la più lunga esperienza nell’autenticazione di articoli di seconda mano e un tasso di precisione del 99,9% nel rilevamento delle contraffazioni.

Ogni articolo messo in vendita riceve un’autenticazione digitale e fisica. Il team utilizza competenze tecniche, esperienza di settore, algoritmi basati sull’apprendimento automatico e sistemi di intelligenza artificiale per garantire il massimo livello di precisione in ogni ispezione.

Ogni articolo inviato per l’autenticazione viene sottoposto a una metodologia e a un processo rigorosi. Gli esperti controllano l’origine del prodotto, eventuali alterazioni o modifiche. Tutti i dettagli vengono ispezionati con la massima attenzione per garantire l’autenticità del prodotto, dalla dust bag alla fattura, passando per la composizione, le finiture, la tipografia, la cucitura, il numero di serie e le incisioni.

Dal 2020, il team di autenticazione digitale ha respinto articoli per un valore complessivo di 360 milioni di euro, ovvero 1,26 milioni di prodotti.

Le tecnologie che stanno guidando il recommerce

Dietro una piattaforma di recommerce ci sono spesso tecnologie avanzate. Una di questa è l’intelligenza artificiale (IA). L’AI può essere utilizzata per valutare automaticamente la condizione di un prodotto usato, determinando il suo valore di rivendita. Inoltre, può aiutare a personalizzare l’esperienza di acquisto per i clienti, suggerendo prodotti basati sulle loro preferenze e comportamenti di acquisto passati.

Allo stesso modo, il machine learning – una sottocategoria dell’IA – può essere utilizzato per prevedere le tendenze del mercato e i prezzi dei prodotti usati. Ciò può aiutare le aziende di recommerce a determinare il momento migliore per vendere un prodotto e a stabilire un prezzo competitivo. Inoltre, il ML può essere utilizzato per rilevare e prevenire le frodi, un problema comune nel settore del recommerce.

Infine, la blockchain può fornire una soluzione sicura e trasparente per tracciare l’origine e la storia di un prodotto usato. Questo può aumentare la fiducia dei clienti, poiché possono verificare l’autenticità di un prodotto e la sua storia di proprietà. Inoltre, la blockchain può facilitare le transazioni peer-to-peer, eliminando la necessità di intermediari e riducendo i costi.

Queste tecnologie non solo migliorano l’efficienza e la redditività delle aziende di recommerce, ma possono anche migliorare l’esperienza di acquisto per i clienti, rendendo il processo più semplice, sicuro e personalizzato.

Recommerce, le tendenze per il futuro

Per il recommerce ci sono oggi buone prospettive di crescita. Tra le tendenze emergenti che potrebbero influenzare il suo futuro, la crescente consapevolezza ambientale sta spingendo le persone a cercare modi per ridurre il loro impatto ecologico. In secondo luogo, la crisi economica ha reso i consumatori più attenti al risparmio, spingendoli verso il mercato dell’usato. L’accesso a piattaforme online ha reso più facile che mai vendere e acquistare prodotti di seconda mano; d’altra parte, l’obsolescenza programmata di molti prodotti, in particolare quelli dell’elettronica di consumo, ha creato un flusso costante di articoli usati. Infine, l’aspirazione alla proprietà sta diminuendo, le persone sono sempre più interessate a utilizzare piuttosto che a possedere. Tutti questi elementi stanno portando a una normalizzazione del recommerce, riducendo lo stigma associato all’acquisto di beni di seconda mano.

Fonte: economyup.it

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