Aumentano le vendite dello shopping non food in Italia. E i consumatori cercano la convenienza

Nel 2021 tutti i principali comparti merceologici non alimentari hanno aumentato le vendite annue (+12,0%) superando i valori pre-pandemia e raggiungendo quota 104,7 miliardi di euro. Ad affermarlo è l’Osservatorio non food 2022 di GS1 Italy, l’organizzazione non profit specializzata nello sviluppo e nel mantenimento di standard globali per la comunicazione tra imprese. Sempre secondo l’Osservatorio, la sfida alla quale è ora chiamato il non food – dai cosmetici agli elettrodomestici, dai mobili agli smartphone, dai casalinghi ai capi d’abbigliamento, dalle attrezzature sportive ai televisori – è quella di garantire ai consumatori l’accessibilità a tali prodotti contrastando il caro prezzi. A confermarlo, un’indagine realizzata online dalla società di ricerche Metrica per GS1 Italy che ha coinvolto un campione di mille cittadini di età compresa tra i 18 e 75 anni.

Per comprare alle migliori condizioni, gli italiani partono dal confronto sui prezzi praticati sia nei negozi fisici sia sui canali online. Nel dettaglio, tra il 35 e il 45% del campione – a seconda dei comparti – s’informa del prezzo direttamente davanti allo scaffale e circa il 20% fa tesoro di quello esposto in vetrina (in particolare per abbigliamento, profumeria, ottica e arredamento). Chi, invece, opta per il web, cerca informazioni su siti di e-commerce (45%), soprattutto per articoli di elettronica e giocattoli, e sugli e-shop delle catene specializzate (30%), per elettrodomestici, elettronica e articoli per lo sport.

“La tendenza alla ricerca della massima convenienza era già emersa in passato ma ora è diventata più evidente – commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy – L’inflazione, i rincari dei costi energetici e le ripercussioni sui consumi obbligati delle famiglie incidono sulla quantità e sul livello dei consumi discrezionali ossia quelli che analizziamo da dieci anni nel nostro Osservatorio non food. Dalla nostra indagine risulta che la ricerca del risparmio è sfaccettata e si esplicita in modi diversi. E quando risparmiare non basta, allora si tende a ridurre o rimandare gli acquisti, come ci hanno confermato dal 50 al 70% degli intervistati, a seconda dei singoli comparti merceologici”.

La convenienza è il plus che porta a scegliere i siti di e-commerce. Circa la metà del campione cerca sul web i prezzi più bassi e il 30-40% viene attratto dalle offerte promozionali tanto di ipermercati e supermercati quanto di negozi specializzati e discount. La ricerca dell’“affare” (in particolare nell’abbigliamento) è una delle motivazioni che spinge il 10% del campione a frequentare i 28 Foc (Factory outlet center) presenti in Italia, con i loro 3.100 punti di vendita (+5,8% rispetto al 2020) e ben 729 mila metri quadri di superficie commerciale.

Un’altra strada individuata dagli italiani per comprare risparmiando è approfittare delle detrazioni fiscali e dei bonus concessi dallo Stato. Nel dettaglio, gli incentivi legati alle ristrutturazioni edilizie hanno impattato sulle vendite di grandi elettrodomestici (+18,8% i bianchi, +35,9% i bruni), di mobili (+17,0%), di bricolage (+6,8%) e di edilizia fai-da-te (+5,7%). Il Bonus cultura 18app ha influito, invece, sulla spesa per i supporti musicali (+24,0%) e per i libri non scolastici (+10,4%), mentre il Bonus vista su quella per prodotti di ottica (+16,1%).

Fonte: repubblica.it

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?