Vesti Solidale, nasce a Rho il textile hub più grande del Nord Italia

Inaugurato a Rho il textile hub della cooperativa Vesti Solidale, ad oggi il più grande impianto di riciclo tessile del Nord Italia. L’impianto, che si estende su una superficie di 12mila metri quadrati, di cui cinquemila coperti, è il risultato di un investimento da 8 milioni di euro e avrà una capacità di trattamento che arriva fino a 20mila tonnellate di rifiuti tessili l’anno.

Invitalia, attraverso il bando ‘Italia Economia Sociale’, incentivo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha finanziato con un importo di 3 milioni di euro, si legge sul sito di Vesti Solidale, la realizzazione del nuovo ‘Textile Inclusive Hub’. Il 70% dell’importo è stato erogato con tasso agevolato e il restante 30% a tasso di mercato, specifica la cooperativa.

L’hub gestirà la fase finale del ciclo di vita di indumenti usati e prodotti tessili innanzitutto post-consumo, quali abiti, scarpe, borse raccolti nei cassonetti o provenienti da aziende d’abbigliamento, tra cui anche marchi d’alta moda, come capi resi, invenduti o difettosi. Non mancherà di smaltire, però, anche i prodotti tessili pre-consumo ossia filati e tessuti da scarti di lavorazione (cascami). Nella fase di riciclo vero e proprio, i tessili verranno selezionati per fibra, qualità e colore e saranno eliminate le parti non riciclabili come bottoni, cerniere, elementi in plastica o di altra natura che possano compromettere la successiva fase di riconversione.

“Gli abiti che non usiamo più contengono un’enorme quantità di materiale che è un peccato incenerire insieme al rifiuto indifferenziato – ha spiegato Matteo Lovatti, presidente di Vesti Solidale, si legge su Chiesa di Milano -. È fondamentale integrare nelle produzioni materiali rigenerati sostituendo le fibre vergini con quelle provenienti da tessuti e capi riciclati. Qui noi selezioniamo le fibre che i nostri clienti trasformano in nuovi filati di lana, cotone, jeans, poliestere, oppure trovano spazio nel nostro laboratorio Taivè, per la creazione di nuovi prodotti con l’upcycling creativo. Abbiamo anche progetti pilota per il riciclo del nylon e del cuoio. Poi c’è tutta la filiera del riutilizzo, la principale, in cui i capi sono selezionati e igienizzati per la vendita nella nostra catena di negozi second-hand Share presenti in Lombardia e Piemonte, il resto destinato ad altre reti di distribuzione o commercializzato”.

Il nuovo polo tessile di Rho sarà il centro nevralgico dell’attività di raccolta dei cassonetti gialli a marchio Caritas e Rete Riuse (Raccolta Indumenti Usati Solidale ed Etica) nei territori delle Diocesi di Milano, Brescia e Bergamo, tramite nove cooperative sociali. Oltre a Invitalia, la struttura è stata realizzata grazie al contributo di Confcooperative/Fondo Sviluppo, Cooperazione Finanza Impresa (Cfi), Intesa Sanpaolo, Fondazione Peppino Vismara e Fondazione Giordano dell’Amore.

Il progetto si inserisce nel solco delle iniziative in cantiere o già nate per spingere la filiera di tessile e abbigliamento, tra le più inquinanti al mondo, verso il riciclo virtuoso. Si pensi al textile hub di Prato, che ha beneficiato anche dei fondi del Pnrr ed è ora nel pieno dell’iter burocratico per la sua concretizzazione, o l’appena approvato impianto di riciclo che troverà spazio nel distretto biellese. Per quanto riguarda Vesti Solidale, si legge ancora sulla testa, con il recupero di 6.151 tonnellate di indumenti l’azione della cooperativa ha consentito il risparmio di 29mila tonnellate di Co2 nel corso del 2023. Un impegno a tutela dell’ambiente che si intreccia, inoltre, con la responsabilità sociale: si tratta, infatti, di una cooperativa sociale di tipo B d’inserimento lavorativo, con 145 dipendenti di cui il 74,5% “fragili”.

Fonte: pambianconews.com 

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