Stiamo conquistando l’America

«Se le stime macroeconomiche saranno confermate, e con l’energia sulle montagne russe, ci sono pochi dubbi sul fatto che il nostro paese, forte nell’industria di trasformazione e nell’export, paghi dazio. Vedo anche un rischio import dai paesi extra-europei perfino nel nostro settore. La carta per uso igienico e domestico è infatti voluminosa e leggera. Spostarla per molti chilometri in condizioni competitive normali è economicamente insostenibile. Ma con i prezzi di container e trasporti navali in discesa e costi energetici nettamente inferiori, paesi come Turchia e Cina riescono oggi a far arrivare la loro sui nostri mercati. Una concorrenza che specula sulla guerra e sul supporto che l’Europa sta offrendo all’Ucraina. Col rischio di impatti economici e occupazionali. E anche ambientali, visto le normative più blande applicate in quei paesi»: Luigi Lazzareschi è ad di Sofidel, settimo produttore al mondo (secondo in Europa) nel settore del tissue (carta per uso igienico e domestico). È al vertice del gruppo dal 1993, quando il padre Giuseppe, cofondatore insieme a Emi Stefani, morì. Nel 2012 ha avviato l’attività produttiva e commerciale anche negli Stati Uniti. È membro della Paper International Hall of Fame, il ristretto numero dei grandi nomi dell’industria cartaria mondiale. Sofidel ha sede a Porcari (Lucca), è presente in 13 paesi con oltre 6mila dipendenti, un fatturato che supera i 2 miliardi e una capacità produttiva di 1,5 milioni di tonnellate l’anno. Tra i marchi: Regina, Softis, KittenSoft. La proprietà è divisa al 50% tra le famiglie Lazzareschi e Stefani.

D. Quali le richieste al nuovo governo?

R. La transizione energetica è necessaria e l’intero sistema paese deve lavorare per favorirla. Ma non sarà una transizione semplice da nessun punto di vista. Nel breve sarebbe quindi opportuno difendere i benefici che la misura del credito di imposta offre alle aziende energivore, estendendone i termini temporali, oltre ad accelerare gli interventi relativi a gas release ed electricity release (la vendita a prezzi regolati, ndr). Poi il governo può essere sollecitato a intervenire per rendere più spediti gli iter burocratici e autorizzativi per le fonti rinnovabili, compreso lo sviluppo della filiera del biogas. Guardo anche con interesse alle comunità energetiche industriali: nel nostro caso ci consentirebbero di realizzare un network energetico all’interno del distretto cartario lucchese, uno dei principali del mondo.

D. Strettamente legato alla transizione ecologica è il tema della deforestazione.

R. Per un produttore di carta la tutela della risorsa forestale è fondamentale. Il 100% della cellulosa che utilizziamo è garantita da schemi di certificazione forestale. Il legno è una materia prima rinnovabile e chi è impegnato nella filiera della carta ha tutto l’interesse a preservarla. Anche per questo collaboriamo con organizzazioni non governative come il WWF per innalzare ulteriormente standard e livelli di verifica dei fornitori.

D. Come sta incidendo sul piano produttivo il caro-prezzi delle materie prime e dell’energia?

R. Ci hanno aiutato le attività all’estero, soprattutto negli Stati Uniti che in termini di fatturato sono il nostro primo mercato e dove l’incremento dei prezzi energetici è stato inferiore. Ma la cellulosa ha prezzi più che raddoppiati rispetto al 2020 e le quotazioni del gas sono alte e altalenanti. Perciò stime e previsioni variano di continuo. E poi ci sono rischi impensabili fino a un anno fa. Per dire: in Germania e Polonia a primavera hanno dovuto fronteggiare l’ interruzione della fornitura di gas. Ora il mercato del gas pare dare qualche segnale di miglioramento. Ma l’incertezza regna sovrana.

D. Lei però ha avviato un massiccio piano di ricorso alle energie rinnovabili.

R. L’obiettivo è arrivare al 2030 con l’84% dell’energia acquistata da fonti rinnovabili. Prevediamo una strategia di incremento delle fonti rinnovabili multi-opzione che tiene conto dei contesti normativi e climatici, delle risorse naturali, delle disponibilità infrastrutturali e degli incentivi presenti nei Paesi dove siamo attivi. In Italia abbiamo siglato con RWE Renewables un contratto per una fornitura decennale di energia eolica dal parco di Alcamo II in Sicilia che, in un anno, ci ha permesso di produrre con energia verde una quantità di carta equivalente a 150milioni di Rotoloni Regina. In Svezia stiamo realizzando con Meva Energy un impianto di produzione di bio-syngas che utilizzerà biomassa legnosa della filiera locale. Si tratta del primo impianto di questo tipo al mondo nell’industria cartaria. Altri investimenti sono in corso in Francia e altri ancora sono programmati.

D. Quali sono i nuovi trend al consumo?

R. Crisi energetica e inflazione stanno impattando in modo pesante sulla vita delle persone. In questa situazione, oltre a un ricorso maggiore ai discount e ai marchi dei distributori, registriamo una crescente propensione a scegliere prodotti versatili, adatti a una molteplicità di destinazioni d’uso. Per capire: si tende a usare l’asciugatutto al posto del tovagliolo.

D. In questa situazione quali sono le strategie di sviluppo del gruppo? C’è interesse per Piazza Affari?

R. Continueremo a implementare una strategia incentrata su quattro fattori fondamentali: qualità degli asset, prossimità degli impianti di produzione ai mercati di sbocco, sostenibilità e digitalizzazione, puntando a crescere soprattutto sul mercato statunitense. Oggi rappresenta il 22,5% del nostro fatturato totale, l’obiettivo è arrivare ad avere 50% Usa e 50% Europa. Per quanto riguarda la Borsa, niente è in vista, il ricorso al credito bancario in questa fase è sufficiente a sostenere la crescita. In termini di governance, come di controllo dei rischi di gestione, teniamo comunque come punto di riferimento gli standard operativi delle quotate. Ad agosto Morningstar Sustainalytics ha collocato Sofidel al primo posto su 103 aziende a livello globale, nella sua industry di riferimento.

D. C’è discrasia nel mercato del lavoro tra la vostra domanda e l’offerta?

R. Sì, è un problema che incontriamo su più mercati. Una delle difficoltà più frequenti è reperire candidati con competenze Stem (science, technology, engineering and mathematics). Le aziende cambiano, i lavori cambiano, così come le generazioni che si affacciano sul mercato del lavoro. Oggi più rapidamente di ieri. Per tenere il passo stiamo lavorando con il Politecnico di Milano per creare un ambiente culturale sempre più favorevole all’innovazione e nelle nostre attività di recruiting ricorriamo sempre di più al web, agli incontri nelle scuole e nelle università, alle visite nei nostri uffici e nei nostri spazi produttivi.

Fonte: italiaoggi.it

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?