Da Getir a Gorillas, come sta cambiando il mercato del Quick-commerce

Quale sarà l’evoluzione del Quick-commerce (Q-commerce)? In molti se lo chiedono. Ci riferiamo, per intenderci, all’offerta di spese con consegne in pochi minuti. In alcune città d’Italia il Q-commerce è presente da un anno o poco più, con Getir, turco, e Gorillas, tedesco. Gorillas è stato definito un unicorno della finanza, è cresciuto in maniera mirabolante in pochi anni, però qualcosa è cambiato e a maggio sono stati 300 i licenziamenti della società nella sede centrale ed è in bilico la sua presenza in alcuni Paesi incluso il nostro. In Australia, il retailer “istantaneo” Send è crollato lo scorso mese, lasciando il campo a due giocatori, Milkrun e Voly a lottare per la supremazia, eppure a gennaio il suo fondatore dava per certo una raccolta di nuovi capitali importante. Un fatto da sapere: lanciare un’attività di Q-commerce è ad alta intensità di capitale.

Alcuni fattori imprevedibili hanno favorito la crescita veloce del Q-commerce; innanzitutto la pandemia e i relativi lockdown, che hanno reso impossibile o poco attraente per le persone uscire di casa per fare la spesa. Fattori che hanno educato il consumatore anche all’e-commerce alimentare, aggiungiamo anche la propensione, soprattutto tra le generazioni più giovani, all’utilizzo di consegne veloci dei pasti, pensiamo ai Just Eat, Glovo e altri sistemi di delivery che si sono ormai affermati sul mercato.

Altri fattori poco prevedibili hanno, invece, rallentato successivamente la crescita del Q-commerce sui mercati finanziari: la campanella d’allarme era già suonata ma l’avvio del conflitto russo-ucraino l’ha certificata, raffreddando l’entusiasmo degli investitori; l’aumento dei prezzi al consumo, dei carburanti e dell’energia, e l’inflazione galoppante quello dei clienti.

Nel settembre 2021, Euromonitor ha contato 30 aziende in competizione nell’arena del Q-commerce, molte di loro sono state fondate nell’ultimo anno: tante, forse troppe, infatti, nei prossimi mesi continueranno probabilmente acquisizioni e fusioni, Getir ha acquistato la londinese Weezy e Blok, con sede a Barcellona, espandendosi nel Regno Unito e in Spagna. Gorillas, a inizio 2022, ha preso il francese Frichti, nato nel 2015 e leader in Francia, un’unione che oltre ai volumi guardava alla capacità di Frichti di gestire piatti pronti e private label. Un buon esempio per capire che il percorso del commercio veloce è appena cominciato, che ci vorranno aggiustamenti e messa a fuoco.

Il Q-commerce segue le regole del mercato e con tassi d’interesse che si alzano, inflazione crescente, gli investitori vorranno entrare nel merito e non vedranno solo facili guadagni in un mercato che poco conoscono, adesso è la volta delle valutazioni attente, delle concentrazioni, insomma è tempo per le startup, unicorni o meno, di crescere e di affrontare l’economia reale. Ancora una volta, è probabile che sarà la tecnologia ad abbattere i costi, droni e robot potranno fare molto. Anche la selezione dell’offerta andrà ad affinarsi: per quanto possa essere comodo per il consumatore, forse ricevere i prodotti in un paio d’ore è più che sufficiente per appagare il suo desiderio di velocità; o forse vedremo altri prodotti arricchire l’offerta o cambiarla completamente, pensiamo ai dispositivi medici, decisamente più redditizi del largo consumo.

Infine, il confine tra i servizi di delivery veloce e il Q-commerce si va sempre più assottigliando e così, come già accade, le catene della gdo si alleeranno, molti già lo hanno fatto, con i player del delivery, per garantire un servizio in più, un touch point per essere sempre di più omnicanale. Il commercio veloce continuerà ma più saldamente legato ai suoi economics.

Fonte: repubblica.it

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