UniCredit in difesa del largo consumo

Megamark, Tre Valli Cooperlat, Guala Dispensing, Consorzio tutela Barolo Barbaresco, Gargiulo e Maiello, Intercos. La lista delle operazioni che hanno visto UniCredit in prima linea nel sostenere il sistema dei beni di consumo è molto lunga e cresce di giorno in giorno. Abbiamo chiesto ad Andrea Casini, Co-Ceo Commercial Banking Italy di UniCredit di spiegarci perché.

Possiamo parlare di un comparto cruciale?

Assolutamente sì. L’industria dei beni di consumo rappresenta un settore importante dell’Italia che produce e conta, da sola, per un terzo dell’industria nazionale, oltre a costituire, in molti casi, anche un esempio del made in Italy nel mondo. Si tratta di imprese che è un nostro dovere – come banca attenta alle esigenze dei nostri clienti e del Paese – sostenere finanziariamente e in modo concreto.

Fra tutte queste operazioni esiste un denominatore comune di tipo strategico?

Chiaramente ogni azienda è un caso a sé, ma in questa fase, tuttora molto delicata del processo di ripartenza, la priorità di molte imprese è di avere la liquidità per fronteggiare le spese correnti (come salari e stipendi, affitti, utenze ecc.) e di disporre di un ‘cuscinetto’ su cui fare affidamento nei prossimi mesi. Proprio per questo, in piena pandemia, abbiamo siglato accordi con Esselunga, Pam e Conad a sostegno delle loro imprese fornitrici, allo scopo di alleviarne la tensione finanziaria, fornendo al contempo flessibilità alle aziende nella gestione del proprio capitale circolante. In generale, per il settore dei beni di largo consumo è fondamentale il supporto e la valorizzazione dell’intera filiera, ed è su questo che ci siamo concentrati strategicamente negli ultimi anni.

Molto state facendo anche per le Pmi. Quali sono le azioni chiave sempre limitandoci ai beni di consumo?

Da fine 2018, tramite la controllata UniCredit Factoring, offriamo ‘U-Factor’, un nuovo prodotto di confirming, che è uno strumento altamente digitalizzato il quale, da un lato, semplifica la gestione amministrativa e automatizza i pagamenti per il buyer e, dall’altro, agevola l’accesso al credito per i fornitori. Un altro ambito di intervento riguarda il ‘Credito di filiera’: su alcune specifiche filiere UniCredit ha attivato processi che permettono di riconoscere il potenziale delle filiere stesse, offrendo un concreto sostegno finanziario al ciclo produttivo e un più agevole accesso al credito. Tale soluzione ha trovato particolare applicazione in uno dei settori chiave del made in Italy, l’agroalimentare, ambito nel quale il concetto di filiera permette alle aziende di fare rete per superare la forte polverizzazione dell’offerta, integrando le diverse fasi della produzione. Una delle ultime forme di intervento, nonché una delle soluzioni più innovative, recentemente proposte da UniCredit, riguarda il Dynamic Discounting. UniCredit è stata la prima banca a unirsi alla piattaforma di sconto dinamico messa a punto dalla fintech Italiana FinDynamic, con una soluzione ‘win-win’ sia per le aziende aderenti, sia per la loro clientela retail: se infatti i clienti potranno godere di sconti proporzionali al numero di giorni di anticipo dei loro pagamenti, le imprese beneficeranno di soluzioni di gestione del capitale circolante efficaci e personalizzate.

In questa strategia verso il mondo del largo consumo quanto ha pesato la creazione del fondo di garanzia Sace? Intendo dire: il gruppo avrebbe preso lo stesso una direzione orientata al mondo del largo consumo, o il fondo è stato un acceleratore?

Proprio perché consideriamo l’industria dei beni di largo consumo un asset strategico per il Paese, abbiamo sempre sostenuto il comparto negli anni. Ovviamente, dal momento che anche questo settore è stato colpito dagli effetti del lockdown, sono state molte le aziende che abbiamo sostenuto e che hanno usufruito dei vari schemi di garanzia messi a punto dal Governo.

Con Megamark avete avviato un progetto di ‘finanza verde’. Mi sembra una direzione emergente. Come si pongono la banca e il nostro sistema creditizio nei confronti delle azioni che supportano la sostenibilità?

Nel mondo della finanza il livello di attenzione verso il tema della sostenibilità è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni e anche le imprese stanno sempre più incorporando gli obiettivi di sostenibilità all’interno dei propri piani strategici. Oltre all’operazione Megamark abbiamo accompagnato sul mercato dei capitali numerose grandi aziende tra le quali Erg, Bracco Imaging, ma anche medie imprese, con strumenti innovativi come il primo minibond sostenibile, recentemente sottoscritto per il Gruppo Loccioni (soluzioni tecnologiche su misura per grandi aziende, ndr.). Questo è il nostro impegno verso gli imprenditori: ma la sostenibilità è anche parte del Dna del nostro gruppo e siamo orgogliosi che di recente il Coal Policy Tool di Reclaim Finance (analisi che traccia e analizza gli impatti ambientali delle attività delle istituzioni finanziarie, ndr.) abbia messo in evidenza UniCredit come esempio di best practice nel proprio settore. L’attenzione del nostro gruppo verso la sostenibilità è massima, come dimostra il completo aggiornamento della politica sul carbone, in novembre 2019, che prevede l’uscita totale dall’industria del carbone in tutti i mercati entro il 2028. L’Esg, ossia l’attenzione ai temi dell’ambiente, del sociale e della governance, è una componente importante per la crescita a lungo termine della nostra banca, perfettamente in linea con i nostri principi guida.

Con il Covid che ruolo di supporto è stato chiamato a svolgere gruppo UniCredit verso il sistema del largo consumo e, più in generale per l’economia italiana?

In questa crisi, a differenza del 2008, UniCredit, ma anche, in generale, il sistema bancario, è parte della soluzione, in quanto le banche fungono da meccanismo di trasmissione della liquidità per le imprese e l’economia reale. Oggi sentiamo ancor di più la responsabilità di continuare a garantire tutto il nostro sostegno all’economia del Paese, a maggior ragione in un momento come questo, in cui bisogna lavorare per le immediate necessità, ma anche con uno sguardo alla ripartenza del Paese e dei settori di eccellenza del made in Italy.

Fonte: distribuzionemoderna.info

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