Starbucks studia la Brexit

Starbucks potrebbe lasciare il Regno Unito, il suo più grande mercato europeo, dove è entrato nel 1998, con la prima apertura di Londra King’s Road per raggiungere, in 24 anni, un totale di 1.130 caffetterie (700 in franchising) con 4.000 addetti.

La decisione dipende dalla dura prova alla quale il Covid ha sottoposto i locali del gruppo Usa, concepiti, forse molto più di altre caffetterie, come luoghi dove sostare a lungo, intrattenersi e lavorare.

E la concorrenza ha fatto il resto. A quanto scrive The Times, il marchio della sirena teme di non potere reggere ancora a lungo la pressione competitiva della catena locale Pret à manger (del gruppo tedesco Jab holding), della canadese Tim Hortons, e di Costa Coffee, nonché di migliaia di esercizi indipendenti.

Al momento Starbucks non ha ancora avviato procedure formali di vendita, ma starebbe comunque vagliando le differenti opzioni strategiche.

Eppure, nell’esercizio chiuso il 3 ottobre 2021, l’insegna americana aveva dimostrato, proprio nel Regno Unito, una rimarchevole tendenza alla ripresa, totalizzando un fatturato di 328 milioni di sterline (386 milioni di euro), in crescita del 35 per cento e un utile di nuovo positivo per 16,5 milioni, contro i -22 del 2020. Ma evidentemente il semplice effetto rimbalzo sull’anno peggiore del Covid non è sufficiente.

Fonte: distribuzionemoderna.info

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