Social commerce, dati, self scanning: arriva il negozio del futuro (e ri-cattura il cliente)

Fin del primo registratore di cassa installato in un negozio o dell’avvento del barcode, è sempre la tecnologia a fare la differenza tra sviluppo e recessione. Oramai, le leve strategiche del business sono considerate la sostenibilità, l’innovazione, la tecnologia. Ne è convinto Retex, gruppo fondato a Milano nel 2010 che lavora per trasformare le esigenze e le richieste dei retailer in un vantaggio competitivo.

La mediazione culturale
Partner ufficiale di WeChat in Europa, Retex aiuta anche i brand occidentali a promuovere il business nel mercato cinese attraverso una corretta profilazione del target, una gestione della comunicazione, la mediazione culturale, la pianificazione pubblicitaria, la realizzazione di customer experience personalizzate. Ma come uscirà il settore dalla crisi della pandemia? Quali sono i driver di crescita che si intravedono nel futuro? Per Economia Pro, Retex analizza quattro settori particolari: la gdo, la moda, il food & beverage, il commercio online. Quanto al primo focus, la crescita della gdo, secondo Retex, non sarà replicabile nel 2021. All’orizzonte si vedono l’integrazione del ciclo di vendita, la ristrutturazione dei formati, la personalizzazione dell’offerta e dei servizi. Nel retail, quantità e qualità delle informazioni sono vitali. Servono a ottimizzare le catene di fornitura, a migliorare l’offerta di prodotti, a creare le migliori esperienze d’acquisto. Le potenzialità di self scanning e self checkout sono promettenti. L’altissima diffusione degli smartphone è considerata determinanti per il futuro dello scan to go. L’introduzione di app come la lettura di barcode e Qcode e i pagamenti tramite servizi di wallet digitali sono elementi di ulteriore evoluzione del self checkout, in sostituzione dei device proprietari del punto vendita. Inoltre, i dati raccolti dai social media, dalla navigazione su internet e dai dispositivi IoT sono un mezzo utile di profilazione e definizione dei target di consumo. Ma purtroppo, dicono in Retex, nella gdo italiana non esistono esempi di aziende che hanno la tecnologia a premessa della propria azione. Nelle situazioni più evolute, rappresenta il miglioramento dei processi, non la premessa. E questo, a dispetto del vantaggio arrivato dai risultati raccolti durante il lockdown. Nel negozio, le tecnologie digitali abilitano il business, per favorire l’ingaggio del consumatore ma, soprattutto, la qualità della relazione e la tenuta nel tempo. È decisivo, quindi, il valore dell’informazione, utile a profilare il cliente e personalizzare il servizio. Importante anche l’integrazione dei dati del sistema gestionale con il sistema di cassa. In un sistema dove, a tendere, non ci sia discontinuità di presenza e di offerta tra negozio ed e-commerce. Online e off-line devono completarsi reciprocamente, per assicurare sempre le migliori possibilità di scelta e di acquisto.

Ingaggiare il cliente
I negozi di moda enfatizzeranno l’importanza dell’esperienza d’acquisto, in una relazione unica con il cliente sui diversi canali. La personalizzazione sarà sempre più spinta e avranno sempre maggiore importanza le tecnologie utili a supportarla e a ingaggiare il cliente. Brand e rivenditori possono sfruttare la forza combinata delle risorse fisiche e digitali, per soddisfare il bisogno di transazioni veloci, di una connessione emotiva o di acquisti esclusivi perché personalizzati all’estremo.

Fuori dal locale
Il comparto della ristorazione ha mostrato ritrosia nell’adozione di tecnologie innovative. Ma, dal 2020, il Covid ha posto un’unica alternativa ai punti vendita food and beverage, di qualsiasi tipo e dimensione: subire il flagello o combatterne le conseguenze. La trasformazione digitale è la strada obbligata da prendere per reagire alle drammatiche difficoltà contingenti e un’opportunità unica per aumentare l’efficienza e definire una relazione virtuosa con il cliente. La ripresa non riguarderà solo il miglioramento delle operazioni e della fornitura del servizio, e dovrà modellarsi, in parte, sui consumi esterni al locale. Si dovranno ridisegnare gli spazi fisici dei ristoranti, si dovrà usare tanta tecnologia per fare ristorazione dentro e fuori, dove gli spazi fisici non esistono. Abilitare le opzioni di pagamento mobile e digitale. Integrare l’ordinazione online tramite app e gestire la consegna del cibo preferito in loco o a domicilio.

La strategia dell’e-commerce
Già prima della pandemia, l’eCommerce aveva aumentato il suo peso strategico. Nonostante la crescita impressionante del canale, però, questo rappresenta ancora una parte minore delle vendite totali al dettaglio: nel mondo, circa il 16% (Statista), in Italia, nel 2020, non è arrivato all’8. Proprio i retailer tradizionali, peraltro, hanno fatto dell’innovazione digitale un vantaggio decisivo nella competizione; una forte presenza online, articolata sulla vendita e sui servizi accessori si è dimostrata la migliore premessa all’aumento delle visite al negozio e alla fidelizzazione del cliente. Il mercato globale del social commerce raggiungerà i 604 miliardi di dollari entro il 2027. Valutato a 89,4 miliardi nel 2020, si prevede il raggiungimento di questo volume a un tasso di crescita annuo del 31,4% nel periodo considerato.

Fonte: corriere.it

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?