Lvmh studia il primo store duty-free ad Hainan

Lvmh guarda in direzione Hainan. Il marchio ammiraglio del gruppo francese, Louis Vuitton, starebbe valutando l’apertura del suo primo negozio duty-free proprio nell’isola cinese divenuta il paradiso asiatico del duty-free. A riportarlo è Reuters, secondo cui il colosso luxury sarebbe prossimo a un nuovo approccio commerciale che cavalcherebbe l’ondata di shopping esentasse che sta interessando il mercato dell’Ex Celeste Impero, si pensi ai consumi record messi a segno nel mese di ottobre in occasione della ‘settimana d’oro’.

Si tratta di uno step significativo per il brand, noto per il rigido controllo sulla distribuzione e notoriamente restio a concedere sconti sulle sue borse dall’iconico monogram. Eppure i dirigenti starebbero valutando la possibilità di aprire un negozio duty-free nel centro commerciale Haitang Bay nella città di Sanya, attraverso un accordo con l’operatore statale del centro commerciale, China Duty Free Group, principale player del settore.

Il piano, come avrebbe svelato il managament a Shaghai all’inizio di settembre, permetterebbe a Louis Vuitton di capitalizzare la domanda di beni di lusso da parte degli acquirenti cinesi, i più accaniti del segmento luxury. Domanda in larga parte soffocata dalle limitazioni imposte agli spostamenti in seguito al Covid, che hanno costretto i consumatori più abbienti a ripiegare sullo shopping nazionale.

Per il momento né Louis Vuitton né China Duty Free Group hanno confermato il piano, ma certamente la crisi del travel retail e la necessità dei marchi di lusso di riappropriarsi del mercato cinese, ora così volatile, potrebbe rendere molto verosimile un opening a Hainan, in cui le vendite duty-free sono aumentate del 127% su base annuale nel 2020 a 32,74 miliardi di yuan.

E con la spinta del governo di Shanghai sulla ‘duty-free economy’, il limite imposto a questa tipologia di acquisti è stato fissato a 100mila yuan pro capite (circa 13mila euro), contro i precedenti 30mila (circa 3.900 euro). Complici le elevate tariffe che gravano sui prodotti luxury, su profumi e orologi sopra il 30%, il regime agevolato dell’isola meridionale attira ogni anno milioni di turisti ‘local’ da ogni angolo della nazione, con un tasso di crescita che ha registrato un’impennata proprio in seguito alle restrizioni su viaggi e spostamenti all’estero dall’avvento della pandemia. Facendo gola ai marchi occidentali del lusso.

Fonte: pambianconews.com 

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