L’intelligenza artificiale è pronta a cavalcare le passerelle. Al via da domani l’AI fashion week
L’intelligenza artificiale si accinge a solcare le passerelle con un intero evento dedicato. Dopo la nascita della prima Metaverse fashion week a marzo dello scorso anno, è in arrivo l’AI fashion week, la kermesse di ultima generazione in programma dal 20 al 21 aprile, che conta già più di 350 candidature. L’obiettivo? Spalancare le porte a un nuovo mercato nel mondo virtuale tramite un appuntamento che presenterà le ultime novità in fatto di intelligenza artificiale, con collezioni e modelli all’avanguardia generati dall’AI, e che permetterà a giovani stilisti di emergere in maniera ‘non convenzionale’.
“Preparatevi a vivere la moda come mai prima d’ora. Sarà la destinazione definitiva per tutti coloro che vogliono vedere la collisione tra moda e tecnologia nel modo più epico”, annuncia l’organizzatrice sul sito web. “L’AI fashion week offre un’opportunità unica agli stilisti emergenti di moda AI per mostrare il loro talento e la loro creatività. Riteniamo che questa piattaforma sarà determinante per la scoperta dei prossimi grandi talenti della moda, in quanto svela il futuro di questo settore”.
Un futuro che seppur estremamente digitalizzato, non perde il suo contatto con la realtà e con il ‘tangibile’: l’organizzazione ha infatti reso noto che grazie alla collaborazione con l’e-tailer Revolve Group permetterà ai tre designer che comporranno il podio di realizzare concretamente, e successivamente mettere in vendita, le proprie collezioni. A giudicare le creazioni dei designer, ci sarà una giuria di esperti e insider del settore del mondo della moda, tra cui Pat McGrath, nota make up artist nonché founder e CEO di Pat McGrath Labs, Tiffany Godoy, eead of editorial content di Vogue Japan, e Natalie Hazzout, casting director di Celine.
L’incursione dell’intelligenza artificiale nel settore del fashion & luxury potrebbe essere la nuova tendenza e il nuovo campo di sperimentazione, pronta a distogliere indirettamente l’attenzione dal ‘fenomeno Metaverso’, trend analogo nel quale hanno investito i maggiori player del lusso ma che a partire dallo scorso anno ha subito un calo di interesse, dovuto in parte anche al ritorno alla normalità nel post-pandemia e ai conseguenti eventi fisici. Secondo il rapporto ‘Generative AI: Unlocking the future of fashion’ di inizio aprile, invece, nei prossimi tre-cinque anni, l’AI potrebbe generare tra 150 e i 275 miliardi di dollari (tra i 160 e i 298 miliardi di euro) di profitti per l’industria della moda. “Dal codesigning all’accelerazione dei processi di sviluppo dei contenuti, l’AI crea nuovo spazio per la creatività. Può inserire tutte le forme di dati ‘non strutturati’ (testo grezzo, immagini e video) e produrre nuove forme di media, che vanno da script completamente scritti a progetti 3D e modelli virtuali realistici per campagne video”, si legge nello studio.
Ad incrementare l’interesse per questo fenomeno hanno contribuito nelle ultime settimane dei meme diventati firali sui social (e non solo), realizzati proprio con l’intelligenza artificiale. ‘Vittime’ della digitalizzazione sono stati Papa Francesco, che nella immagine apparsa per la prima volta su Reddit indossava un piumino puffer bianco in stile Moncler, l’ex presidente americano Donal Trump, rappresentato in stato di arresto, ma anche l’attuale presidente Joe Biden, che in alcune foto, tra le tante realizzate, sfrecciava addirittura in sella a una vespa. Ultimo, in ordine di tempo, si è aggiunto su Youtube anche il video con protagonisti i principali personaggi di ‘Harry Potter’, riprodotti sempre con l’intelligenza artificiale e con indosso capi esplicitamente in chiave Balenciaga. Un modo singolare di sfruttare le capacità dell’AI, che se da un lato spalanca le porte di un nuovo mercato, con kermesse ed eventi dedicati, dall’altro spaventa molti utenti, che sotto i vari post commentano chiedendosi fino a che punto ci spingeremo con le innovazioni tecnologiche e se queste potrebbero rappresentare un ipotetico rischio per la distorsione della realtà sia per le persone rappresentate che per la fruizione di contenuti solo apparentemente reali ma, proprio come il fenomeno delle fake news, contraffatti.
Fonte: pambianconews.com