«Intorno a L’Erbolario c’è una comunità, non soltanto clienti»

«Superati i primi giorni di smarrimento, fin dall’inizio della pandemia avevamo deciso, io e la mia famiglia, di fare ogni sforzo possibile per restare vicini ai nostri clienti e a tutte le persone che lavorano per noi o con noi – racconta Franco Bergamaschi, fondatore de L’Erbolario –. Non mi riferisco alla possibilità di continuare a produrre o vendere, piuttosto alla necessità di mantenere un contatto, di trasmettere empatia e solidarietà. Ma è successa una cosa straordinaria: da subito siamo stati noi a ricevere messaggi di vicinanza, di affetto, oserei dire. Abbiamo capito che siamo riusciti a costruire molto più di un marchio, di un’azienda, di una rete di negozi: intorno a L’Erbolario è nata e cresciuta una comunità. Questa consapevolezza ci ha aiutati a superare i mesi del lockdown e a lavorare al tentativo di tornare alla normalità e credo ci aiuterà nei mesi difficili che sicuramente ci aspettano».

Bergamaschi ha sempre avuto un approccio olistico, potremmo dire, al suo lavoro di imprenditore, quando ancora di sostenibilità sociale e ambientale non si parlava. L’Erbolario, marchio creato nel 1978 insieme alla moglie Daniela Villa e ora portato avanti anche grazie ai figli, ha evidentemente seminato bene e tempi difficili come questi della pandemia lo dimostrano. «Il retail, diretto e non, è uno dei nostri punti di forza – sottolinea Bergamaschi –. Parliamo di 5mila erboristerie che da marzo a maggio sono state di fatto chiuse: abbiamo perso il 37% dei ricavi e i mesi che ci separano dal Natale sono sempre stati, per noi come per ogni attività commerciale, i più importanti dell’anno-. Si può arrivare alla metà del fatturato di un intero esercizio ed è chiaro che, visti i recenti sviluppi, da ottobre a dicembre soffriremo ancora. Ma ci consola il rimbalzo che avevamo registrato dopo la riapertura, segno che abbiamo ancora tutti il desiderio di uscire, acquistare ciò di cui sentiamo il bisogno e di cui ci fidiamo».

Fiducia, altra parola chiave per i fondatori de L’Erbolario, che negli anni ha ampliato la sede di Lodi, dove si coltivano anche piante essenziali per la creazione di alcuni prodotti. «L’e-commerce per noi è partito solo nel 2018, grazie a mio figlio Luigi, che ci ha sempre creduto – aggiunge Bergamaschi –. Durante il lockdown è stato utilissimo: partiamo da numeri piccoli, certo, però le percentuali di crescita erano già incredibili, per me, all’inizio dell’anno, con un +370% in gennaio e febbraio. Ma alle cifre di marzo e aprile quasi ancora non credo: +1.500%, tutto organizzato con protocolli di sicurezza speciale per azzerare il rischio delle persone che ricevono gli ordini e li preparano per la spedizione e naturalmente per le clienti».

Altro fronte positivo per l’azienda è quello dei prodotti Erbamea, la linea di prodotti fitoterapici creata nel 2004 insieme al dottor Fausto Mearelli: «Essendo venduti solo in farmacia, hanno avuto meno effetti negativi dal lockdown e sono stati un ulteriore modo per restare vicini ai clienti, non solo a quelli che vanno in erboristeria, un pubblico che tradizionalmente è in prevalenza femminile».

Oltre alla messa in sicurezza dell’azienda e, nel momento della riapertura, di ogni punto vendita, fornendo consulenza e supporto, anche economico, ai dipendenti diretti o ai partner della rete in franchising, Franco Bergamaschi ha continuato a investire nei progetti di ricerca e sviluppo. «Lanciare un nuovo prodotto è una delle parti più belle del nostro lavoro: lo facciamo solo quando siamo pronti e pensiamo di offrire davvero qualcosa in più, che prima non c’era e che può migliorare la vita delle persone – conclude l’imprenditore –. Tra le novità che speriamo abbiano successo anche per la stagione natalizia c’è la linea Karité. L’ingrediente principale è noto da tempo in profumeria ed erboristeria, noi lo abbiamo declinato in una serie di prodotti che va dalla crema labbra a quella per il corpo, passando per una “coccola” che abbiamo chiamato burro per capelli».

Fonte: ilsole24ore.com 

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