Esposito, inVRrsion: “il new normal della distribuzione? Stiamo costruendo la Netflix della shopping experience”

La vocazione è quella dell’anticipatore, del pioniere. Con quello che ne consegue in termini di rischio d’impresa. Tra i soci e i fondatori de Imille (agenzia nata nel 2004 e nel tempo divenuta una delle più importanti strutture digital del nostro Paese), da cinque anni a questa parte Matteo Esposito si è buttato a capofitto in una iniziativa imprenditoriale legata alla progettazione, la digitalizzazione 3D e le applicazioni di realtà virtuale legate al mondo del retail.

“Per Imille – racconta – mi sono occupato di internet, di social, di digital e di mobile e di tutto un ambiente che oggi è scontato considerare essenziale, al centro del processo di trasformazione dei media e della pubblicità e dell’organizzazione delle aziende, ma all’inizio non lo era affatto”.
Dal 2015 però, messosi in pausa sul digital, Esposito è stato totalmente assorbito da inVRsion, una società che nella prima fase della sua vita, con lo status di start-up innovativa ha già raccolto 4,5 milioni di investimenti in Italia.
“Siamo appena diventati una pmi innovativa e con noi lavorano circa 25 dipendenti, professionisti quasi tutti molto giovani e, in molti casi, con competenze native nel versante del gaming. Di recente – racconta – abbiamo aperto una sede a New York e in questi giorni stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli per fare un ulteriore ‘round’ di raccolta fondi, da circa 15 o 20 milioni di euro, se ci riesce…”.
Una cifra rilevante, una scommessa non facile. Ma Esposito è ottimista. “Si tratta delle risorse necessarie per continuare a investire in ricerca e sviluppo ed espanderci anche all’estero”.

Nell’advisory board e tra i soci ora l’imprenditore può contare anche su personaggi molto noti della community globale del marketing e del tech: Mainardo De Nardis, già capo mondiale di Omd; Eugenio Perrier, ex chief marketing officer di Sabra; e quindi Lorenzo Thione, tra le altre cose co-fondatore di Powerset, startup poi venduta a Microsoft per 100 milioni di dollari e diventata il motore di ricerca Bing. “Mainardo ed Eugenio – racconta Esposito – ci stanno aiutando molto a strutturare l’azienda americana. Quanto è accaduto e sta accadendo ancora nel mondo a causa di Covid-19, con i lockdown obbligati a tutte le longitudini e latitudini, i vincoli per le persone, le limitazioni ai viaggi e gli obblighi in termini di rispetto delle distanze fisiche, ci ha convinto che il potenziale di inVRsion è molto probabilmente più grande di quello che avevamo immaginato”.

Il fatturato dell’azienda è per adesso relativamente contenuto, non supera di molto il milione di euro, ma la roadmap di crescita è ambiziosa. In questa fase la società guidata da Esposito offre alle aziende, soprattutto a quelle del largo consumo, servizi business to business molto evoluti collegati alla virtualizzazione dei punti vendita. InVRsion ha sviluppato una piattaforma costituita da un simulatore 3D ad alto realismo fruibile in VR immersiva e da un’applicazione web che ne governa funzioni e analytics e le finalità chiave sono di trade marketing, formazione e ricerca.
In pratica attraverso visori abbastanza sofisticati si possono far visitare negozi virtuali riempiti di prodotti ricostruiti in 3D. Aziende di beni di largo consumo che vogliono decidere a ragion veduta la propria presenza negli scaffali della grande distribuzione e trattare sullo spazio con la GDO consapevoli dei valori in gioco, possono utilizzare un contesto virtuale per affinare il proprio punto di vista e svolgere tutti i propri test.

Ma i servizi della società di Esposito sono ovviamente più estesi. I retailer possono studiare come cambiare volto e impostazione ai propri reparti, addestrare i propri dipendenti e testare virtualmente e rapidamente tante opzioni che sarebbe più complicato e costoso valutare nella dimensione fisica, reale.

Anche gli istituti di ricerca, poi, possono svolgere i propri studi e le proprie analisi sui comportamenti e le esperienze di acquisto utilizzando la piattaforma virtuale di inVRsion. L’azienda lavora da tempo con i maggiori istituti di ricerche di mercato, a livello internazionale. Tra i clienti che hanno usufruito dei suoi servizi, inVRsion annovera PepsiCo, Mondelez, Auchan, Accenture e altri importanti brand in tutto il mondo.
Ma gli sviluppi potenziali del know how e del giro di affari della società sono molto più ampi. inVRsion sta oltretutto collaborando con un’associazione americana che si chiama Khronos Group, che comprende molti tra i protagonisti della distribuzione tradizionale e digitale, e sta cercando di definire un nuovo standard per la digitalizzazione in 3D finalizzato all’ecommerce. “Si sta lavorando per costruire uno standard per visualizzare i prodotti 3D, in modalità aperta, open, basato su un file format che si chiama glTF, che a breve cambierà in profondità le abitudini e le logiche del mondo dell’ecommerce” spiega Esposito.

Covid-19 ha avuto un impatto terrificante sul sistema nazionale e ‘milanese’ delle fiere e degli eventi. “E di colpo si è riacceso l’interesse dell’industria per la virtualizzazione” commenta il ceo di inVRsion. “Noi nel nuovo contesto che si sta andando a definire possiamo giocare tanti ruoli utili al nostro Made in Italy e non solo. Siamo capaci di raccontare bene il prodotto, sia attraverso la realtà virtuale che il web, ma possiamo rendere disponibile anche la nostra piattaforma di virtualizzazione degli store. Possiamo creare virtual showroom, digitalizzare cataloghi e collezioni, renderle digitalmente fruibili per i buyer. Stiamo aggiungendo delle funzionalità di co-presenza nella realtà virtuale che possono rendere l’esperienza ancora più ricca e immersiva”.
Il fronte quindi delle applicazioni B2B si sta allargando e implementando. Ma la prospettiva finale per Esposito è quella del passaggio anche al mercato B2C. Ci vorrà qualche anno, ma secondo il visionario imprenditore il combinato disposto tra 5g, edge-cloud e diffusione di visori di qualità sempre più approcciabili dall’utente finale, renderà possibile una svolta che potrebbe essere epocale. Le aziende potrebbero utilizzare la piattaforma di inVRsion per i propri servizi di V-Commerce, ma stavolta destinati ai clienti finali. “Consentitemi la metafora forse un po’ esagerata – conclude Esposito – ma quello che stiamo progressivamente costruendo è una piattaforma che potrebbe diventare una sorta di super hub del virtual commerce, la Netflix della shopping experience”.

Fonte: primaonline-it.cdn.ampproject.org

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