Dick’s compra Foot Locker per 2,4 miliardi e inizia la sua espansione fuori dagli Usa

DICK’S Sporting Goods ha acquisito il concorrente Foot Locker, cui viene attribuito un valore di circa due miliardi e mezzo di dollari.

DICK’S (13,4 miliardi di dollari di ricavi annui) rappresenta una rete di 856 negozi, tutti negli Stati Uniti, con il marchio omonimo e con altri negozi specializzati come Golf Galaxy, Public Lands e Going Going Gone!

Foot Locker, colosso da 8 miliardi di dollari di ricavi annui, rappresenta invece una rete di circa 2.400 retail store in circa 20 Paesi nel mondo, per la maggior parte e gestione diretta, tranne alcuni accordi di licenza che riguardano Asia e Medio Oriente.

Nel giro di poche settimane, è la seconda operazione miliardaria nel panorama dei brand di calzature sportive, dopo quella di Skechers.

Foot Locker era da tempo in una fase di assestamento e di stagnazione delle vendite. Secondo gli analisti di Reuters, negli ultimi anni l’azienda aveva perso quote di mercato sia per un generale calo dei visitatori dei centri commerciali (che ospitano la gran parte dei negozi), sia per un eccesso di dipendenza dal marchio Nike, che ultimamente aveva cercato di puntare di più sui negozi diretti e meno sulla distribuzione.

Questa crisi stava già interessando l’Europa. Nell’ultimo bilancio, infatti, Foot Locker aveva dichiarato l’intenzione di chiudere sia i negozi sia l’eCommerce in Danimarca, Norvegia, Svezia e di trasferire l’operatività di Grecia e Romania al licenziatario Fourlis Group. In precedenza, era stato annunciato un piano per chiudere 400 negozi non performanti negli Usa, fra 2024 e 2026.

Al momento, non c’erano particolari movimenti sull’Italia, dove il gruppo conta su circa 160 negozi. Anzi, nell’ultimo bilancio annuale si segnala che “Canada, Italia, Francia e Australia” sono gli unici mercati di una certa rilevanza, nel segmento dei ricavi internazionali.

Di recente è avvenuta l’apertura al Portello di Milano.

Il nuovo proprietario DICK’S ha affermato che Foot Locker manterrà il suo brand e continuerà a essere gestito come entità autonoma nel portafoglio, ma non si escludono possibili sinergie, considerando che si tratta della prima operazione del gruppo fuori dagli Stati Uniti.

Fonte: retailfood.it

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