Corneliani rivede il retail in Cina e punta sul green con Circle

Corneliani studia l’espansione nell’ambito della fase di rilancio supportata dal contributo del Mise-Ministero dello sviluppo economico attraverso il fondo Invitalia. Dopo aver avviato un programma di 30 assunzioni e aver chiuso con 14 mesi di anticipo il periodo di cassa integrazione (vedere MFF del 17 gennaio), l’azienda mantovana di menswear da 65 milioni di euro di ricavi nel 2022 ripensa il retail in Cina. Un passo che arriva dopo la chiusura dei negozi diretti con il passaggio alla newco e che andrà ad affiancarsi al potenziamento del mercato statunitense.

«L’Europa rappresenta il nostro mercato principale, ma abbiamo due grandi goal a medio termine, entro il 2024. Uno è la Cina con nuove partnership e aperture. Stiamo sondando le città principali tra cui Shanghai, Pechino, Chengdu per riagganciarci con la vendita diretta. Dalla seconda metà di quest’anno penso che vedremo un ritorno importante di questo Paese in generale sul consumo del lusso», ha spiegato a MFF Stefano Gaudioso Tramonte, style director e general merchandising manager di Corneliani. «L’altro riguarda gli Stati Uniti, anche qui abbiamo cambiato strategia scegliendo come partner commerciale Triluxe per cogliere le migliori opportunità per uno sviluppo omnichannel».

Quanto alla spring-summer 2024, l’impegno green diventa manifesto dell’azienda attraverso il progetto Circle, giunto alla terza stagione e trasformato da concetto di collezione a piattaforma creativa. Il Circle creative hub vedrà così collaborazioni dal cuore green che proseguiranno nelle prossime stagioni con gli esponenti dell’arte, design, architettura, fotografia. «L’obiettivo è attrarre consumatori più giovani», ha proseguito Tramonte.

Primo atto di questo nuovo capitolo, il Circle pavillon, installazione nata dalla co-lab con Gaëlle Gabillet e Stéphane Villard, designer e architetti internazionali fondatori dello studio parigino Ggsv, che a fine campagna vendite sarà donato alla città di Milano. L’opera si compone di tessere giganti di carta marmorizzata prodotte in Italia da Riccardo Cavaciocchi, fondatore di Paper factor, realizzate con microfibre ecologiche. Al team si è aggiunto anche il pittore francese Matthieu Lemariè, che prima dell’assemblaggio finale ha dipinto a mano ogni pezzo miscelando nuance naturali e tonalità della terra ispirate ai colori della collezione.

Una palette che abbraccia bianchi, beige fino ai tocchi audaci del verde acido e della terracotta. Per un uomo dall’attitudine rilassata, che sceglie volumi rivisitati con mano morbida e leggera, sovrapposizioni di giacche e maglieria che spazia dalle tessiture finissime alle trame più corpose. La proposta dei capi esalta i materiali organici e certificati come il twill di lino, la lana tech, il jersey, il cotone pique´, oltre alle mischie di viscosa.

Fonte: mffashion.com

 

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