Weeshop, la app che fa l’esame di sostenibilità al cibo grazie ai codici a barre

È nata, poco più di un anno fa, per cambiare radicalmente il modo in cui i consumatori vivono la spesa al supermercato. La missione della start up bolognese Weeshop è in altre parole quella di informare, in tempo reale, chi acquista generi alimentari circa il livello di sostenibilità ambientale dei cibi e delle bevande in commercio, l’impatto sociale richiesto per produrli e naturalmente i loro valori nutrizionali e le certificazioni di qualità del caso. Come? Semplicemente tramite un’app scaricata (gratuitamente) sul proprio smartphone, attraverso la quale scansionare il codice a barre presente sulla confezione di un determinato prodotto.

Il vantaggio per il consumatore attento all’ambiente è presto spiegato: in pochissimi passaggi può visualizzare una serie di informazioni del prodotto spiegate in modo oggettivo e accompagnate da indicazioni cromatiche «per individuare facilmente i pregi o i fattori di rischio utilizzando criteri di valutazione scientifici validati. L’algoritmo che permette di identificare in modo obiettivo le caratteristiche, positive e negative, di un prodotto alimentare è stato infatti sviluppato con il supporto e la consulenza di esperti in tecnologia alimentare e in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

Ad oggi, dicono da Weeshop, gli utenti attivi su base mensile sono oltre 8mila (rispetto ai circa 30mila download complessivamente effettuati e i 100mila previsti entro la fine dell’anno) e le interazioni digitali con i prodotti tramite scansione hanno superato quota 60mila già nei primi mesi dal lancio e crescono a tasso del 35% su base mensile da quando è stata implementata la funzionalità di realtà aumentata.

Il servizio è utilizzabile in qualsiasi punto vendita dove siano presenti prodotti alimentari confezionati con barcode. La tecnologia che permette di visualizzare a schermo informazioni “extra” (rispetto a quelli presenti sulla confezione) di un alimento o una bevanda è di fatto il fiore all’occhiello dell’app, oltre che una primizia per il mercato alimentare italiano, ed è fornita dalla soluzione Smart Data Capture di Scandit, società svizzera fondata nel 2009 da tre ricercatori in servizio presso il MIT di Boston, EHT Zurich e Ibm Research. Per Weeshop, come ha sottolineato il Ceo (e co-founder), Devin Visani, si era infatti reso necessario integrare una soluzione di scansione ad elevate prestazioni, compatibile con tutti i tipi di smartphone e in grado di funzionare correttamente a prescindere dalle condizioni ambientali (per esempio la scarsa illuminazione all’interno del punto vendita) e di quelle tecniche (codici a barre danneggiati).

Il salto in avanti tecnologico intrapreso da Weeshop è coinciso con il sostanziale incremento del numero di prodotti catalogati nel database, arrivato oggi a circa 30mila referenze.
La sfida da vincere, ora, è consolidare e rendere sostenibile un modello di business che si basa su due voci: una versione premium dell’app in abbonamento destinata agli utenti finali e l’integrazione di alcune funzionalità aggiuntive (come l’analisi dei prodotti) all’interno dell’app o della piattaforma di e-commerce dei retailer rivolta alle aziende partner (i supermercati) al fine di migliorare ulteriormente la qualità dell’esperienza di acquisto dei propri clienti e di aumentare l’attrattività del punto vendita.
E questo è solo l’inizio di un percorso che vuole educare un numero sempre maggiore di consumatori in fatto di acquisti di cibo sano e sostenibile. Per il futuro è infatti già prevista l’introduzione di un programma di incentivi al cliente, l’aggiunta di notifiche push e una funzione di playlist per la selezione di articoli basati sui consigli di esperti nutrizionisti.

Con i principali supermercati, inoltre, Weeshop è al lavoro per integrare le funzionalità del servizio nelle app di questi ultimi, ai fini di incentivare ulteriormente l’attrattività del punto vendita e di educare nel contempo un maggior numero di consumatori possibile sulle scelte in materia di cibo sano e sostenibile. E poi, ancora più avanti, c’è l’ulteriore evoluzione della tecnologia AR, che si spinge fino al fenomeno tech del momento, il metaverso.

Al momento, dicono in proposito da Scandit, è un concetto molto ampio e che potrebbe svilupparsi in più direzioni, ma essenzialmente si tratta dell’intersezione tra il mondo fisico e quello digitale. Immaginando un retail store in un mondo virtuale, universale e immersivo, un cliente che ritira o seleziona un prodotto potrebbe facilmente essere connesso con tutti i dati di background di cui potrebbe avere bisogno su quel prodotto, e quindi i suoi ingredienti, le valutazioni dei clienti, la provenienza o l’impatto ambientale. Pensare quindi a un futuro in cui app come Weeshop avranno un ruolo attivo nel metaverso non è utopistico. Se poi sarà anche sostenibile lo scopriremo a tempo debito.

Fonte: ilsole24ore.com 

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