Walmart spinge sul fashion e debutta alle sfilate di New York
Walmart debutta alla settimana della moda di New York e conferma così la sua volontà di divenire sempre più una destinazione di riferimento anche per il fashion. I retailer statunitense ha infatti ospitato un pop-up shop durante il fine settimana, presentando le collezioni firmate dai suoi marchi Scoop e Free Assembly, e ha sponsorizzato ufficialmente per la prima volta la sfilata di Brandon Maxwell, che si è svolta nello spazio del loft accanto al pop-up venerdì pomeriggio. Un segnale sempre più evidente delle sue ambizioni del departement campo della moda, dopo le recenti stagioni di vendite promettenti nel settore dell’abbigliamento.
Walmart, il più grande retailer degli Stati Uniti per fatturato, ha guidato a lungo la crescita attraverso le sue attività di generi alimentari e di prima necessità, fino all’ultimo trimestre, quando il general merchandise, la categoria che comprende abbigliamento ed elettrodomestici, è cresciuto per la prima volta in 11 trimestri consecutivi. Il retailer non riporta le vendite di abbigliamento nelle sue relazioni sugli utili, ma ha citato la moda come un punto di forza nelle ultime stagioni ed è per questo che vi è l’intenzione di investire nel settore perché questo segmento possa progressivamente crescere.
Denise Incandela, vicepresidente esecutivo del settore moda di Walmart US, ha infatti rivelato in un’intervista a BoF che l’obiettivo finale è quello che Walmart possa divenire una destinazione numero uno per la moda, e che in virtù di questo si susseguiranno sempre maggiori iniziative simili a quella appena trascorsa a New York, per invitare il consumatore a guardare a Walmart anche come ad un retailer moda.
Sotto la guida di Incandela, infatti, Walmart ha già migliorato il suo assortimento di moda, ha trasformato l’esperienza di acquisto e sta cambiando la percezione dei consumatori. Da quando la manager ha iniziato a ricoprire il ruolo nel 2021, ha costruito da zero un team di design e prodotto con sede a New York, ha assunto professionisti per lo più provenienti da brand come Urban Outfitters e Abercrombie & Fitch, e ha rilanciato la linea ‘No Boundaries’, che si rivolge a clienti giovani. In precedenza, il retailer si affidava ai propri partner di fabbrica per dettare lo stile dei prodotti di abbigliamento, ha dichiarato Incandela. Per soddisfare il potenziale del design, Walmart ha invece iniziato ad investire in una nuova rete di fornitori e produttori. L’ultima boutique pop-up nel Meatpacking District di New York lo rispecchia: scaffali curati di top, abiti e giacche eleganti e ben confezionati, con arredi minimali e pareti rivestite in legno; ogni modello esposto è un campione (le scorte per la vendita sono nel retro) per non ingombrare il piano di vendita.
Quella di Walmart con la settimana della moda neyorchese e con Brandon Maxwell segue molte altre collaborazioni più o meno recenti, tra brand o stilisti del fashion system, che hanno messo la loro firma su progetti di categoria fast retailing o che hanno persino assunto il ruolo di direttore creativo di marchi della grande distribuzione. Ne è un esempio il recente approdo di Claire Waight Keller (ex Givenchy) da Uniqlo ma anche quello di Zac Posen al timone creativo di Gap e le numerose collaborazioni di H&M inaugurate da quella con Karl Lagerfeld. Recentemente ha riscosso successo la capsule di Victoria Beckham per Mango, mentre è stata annunciata da poco quella di Stefano Pilati per Zara.
Fonte: pambianconews.com