Retail, le tendenze del 2021 e quelle in arrivo nel 2022

Si chiude il 2021 e, facendo un recap dell’anno con Tiendeo, società specializzata nei servizi drive-to-store per il settore retail e in cataloghi digital, si scoprono le dieci tendenze di consumo che hanno caratterizzato l’anno passato e quelle che, secondo noi, continueranno nel 2022.

Prodotti locali
Localismo a tutta birra nel vero senso della parola, infatti, secondo le analisi di Tiendeo, il 50,5% delle ricerche di birra effettuate dagli italiani sono infatti relative a brand nazionali, anche se i principali appartengono a multinazionali. Inoltre, tra le 105 prese in esame, sono 52 le etichette di birre di produzione locale, in prevalenza italiane (36), acquistabili nella Gdo. Secondo in classifica il cioccolato: il 77% delle marche presenti nei cataloghi dei punti di vendita nazionali sono marche italiane. Aldilà di birra e cioccolato, i prodotti locali continueranno ad essere in cima ai pensieri degli italiani, ovviamente nei freschi ma anche nei confezionati, se ben comunicati, e potranno garantire alla gdo la differenziazione che ad essa serve per sfuggire, almeno in parte, alla competizione basata solo sui prezzi.

Frutta, verdura e prodotti vegani
Sempre più flexitariani, i consumatori limitano i consumi di carne, la cui ricerca di ha avuto un crollo del 38% dal 2019 a oggi, e aumentano quelli di ortofrutta e di prodotti a base vegetale o vegani, un trend che riguarda tutto il mondo occidentale e che non ha risparmiato l’Italia. I dati ci dicono che la ricerca di frutta e verdura è aumentata del 59%, un dato niente male visto che, già nel 2020, era aumentata del 53% rispetto al 2019. Aumenta l’interesse ma aumentano anche le promo: triplicate rispetto al 2020 con un +182%. Anche in questo caso è un trend che non scemerà ma l’ortofrutta dovrà essere meglio valorizzata a scaffale e andare verso una maggiore segmentazione. La politica commerciale di un retailer potrà essere misurata dal suo approccio all’ortofrutta, da sempre biglietto da visita all’ingresso di un punto di vendita, che dovrà giocare il suo ruolo a trecentosessanta gradi, non più solo “cartolina” ma asset su cui puntare. Per quello che riguarda i prodotti vegani, dopo un primo entusiasmo, rimarranno quelli veramente “buoni” per un segmento di clientela specifico, numericamente poco rilevante ma alto spendente, quindi, da non sottovalutare.

Riprende il traffico ai negozi fisici
I dati di Tiendeo misurano il Black Friday fotografando una rinnovata voglia di fare shopping nei negozi fisici che, infatti, è aumentato del 5.79% se comparato con il venerdì dell’anno precedente. In particolare, il sabato ha visto l’aumento del 73.23% rispetto a sabato 28 novembre 2020. Di fatto gli italiani, lo shopping di Natale lo hanno concentrato a fine novembre. Intuitivamente, potremmo dire che, successivamente, la variante Omicron abbia un po’ “raffreddato” la voglia di andare per negozi. Un punto di domanda rimangono i saldi in partenza dal 5 gennaio, molti dei “tamponati” preventivi della Vigilia di Natale, finiti in quarantena, usciranno dal loro lockdown probabilmente con tanta voglia di rifarsi di una vacanza non prevista tra le mura di casa.

Packaging sostenibile
L’attenzione al packaging e alla sua sostenibilità è stato il leit motiv del 2021, secondo la ricerca: “I consumatori prediligono prodotti il cui imballaggio viene realizzato causando il minor impatto ambientale possibile, utilizzando materiali naturali, riducendo i livelli di CO2 a livello di produzione, lavorando con fornitori locali che permettono di limitare i trasporti”. Un trend che continuerà anche 2022, che premierà anche la migliore leggibilità del fine vita del packaging. Di fatto i consumatori una volta a casa hanno due “fatti”: il prodotto e il suo pack, il giudizio complessivo è sulla qualità di quello che hanno comprato e sulla facilità di smaltimento e, se è sostenibile, tanto meglio.

Less is more. Prossimità e qualità
Sembrerebbe che la “spesa grossa”, quella dei carrelli per spese che durano due settimane sia da annoverare nel passato, merito (o colpa?) della crescita dei prodotti freschi che spingono il consumatore a frequentare più spesso i punti di vendita. Lo confermano i dati delle ricerche dei consumatori, che registrano una caduta di supermercati del 46% e degli ipermercati del 35%. L’alternativa? I punti di vendita più vicini, che siano convenience per l’ultimo minuto o di prossimità e gourmet per una qualità di cui non si vuole buttare nulla. Il 2022 continuerà così, magari assisteremo a un ulteriore spostamento sull’online per la parte di confezionato e un aumento, seppur ancora non rilevante, degli abbonamenti per determinate categorie di prodotto per cui brand e quantità sono fisse nella testa del cliente e poco elastiche a sconti e promozioni.

Omnichannel e affermazione del phygital
Il phygital è ormai un lifestyle che riguarda tutti mondi, dalla formazione, alla vita sociale e lavorativa e quindi anche i consumi. Siamo omnichannel di fatto, e di conseguenza, la libera scelta del consumatore andrà sempre di più verso ciò che gli fa più comodo in quel determinato momento, che siano desideri, bisogni o necessità, l’offerta ormai si è adeguata e nel tempo anche i retailer sapranno trarre profitto da una situazione oggi per loro ancora molto dispendiosa.

Sostenibilità e valori del brand
Diremmo che sarà il macrotrend del decennio, fino a diventare poi un dato di fatto: arriverà un tempo in cui non si parlerà più di sostenibilità perché essa sarà presente ovunque. Ad oggi, il greening del consumatore continua a salire: il 20% del fatturato offline è trainato da prodotti che comunicano in modo chiaro principi di sostenibilità e Tiendeo sottolinea in particolare “il dato sui prodotti cura casa green, che nel 2020 hanno visto un aumento del 32%”.

Semplicità e agilità
Non stupisce la fiducia della finanza in quelli che definiamo al momento unicorni, come Gorillas, perché, se da un lato siamo sempre più omnichannnel, dall’altro, la nostra vita si è riempita di “smart”, smart working, casa smart etc. per i consumi l’essere smart significa spese contraddistinte da: agilità nel processo d’acquisto, tempi di consegna, comunicazione con il servizio al consumatore, servizio di post vendita e resi immediati.

Infedeltà alle marche
La marca come la intendevamo nel passato è morta, lunga vita alla marca, quella che si è permeata di valori, che sa essere semplice, diretta e trasparente. L’infedeltà degli italiani alla marca è misurata per più del 30% di clienti che, nell’ultimo anno, hanno comprato un prodotto da un brand o retailer diverso rispetto al solito. Per il 2022, vedremo l’affermarsi di nuove marche e di un nuovo tipo di fedeltà, fatto più di condivisione di valori che di una fiducia a occhi bendati ma, una volta stabilito il legame, questo sarà più forte di quanto sia mai stato in precedenza, certo, bisogna fare attenzione agli “epic fail”.

Risparmio. Boom di ricerche di promo per ovviare all’aumento prezzi
Boom di ricerche dei prodotti che hanno visto un aumento prezzi, i dati di Tiendeo sono a tre, persino 4, cifre: “+2100 % nelle ricerche di promo di salumi, +241% le uova, +85% per la carne. Vino e acqua aumentano rispettivamente del +142% e +129%, anche il pane raddoppia, +17% per le ricerche di promo di verdura, e +8% per la frutta”. La ricerca delle promozioni continuerà e più ce ne saranno, più verranno ricercate, un cane che si morde la coda, una riflessione da parte della Gdo è necessaria ma, se aumenta il costo della vita, sarà indispensabile riempire un po’ di più le tasche degli italiani e qui la gdo può fare poco, il compito è di altri.

Fonte: repubblica.it

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