Nike rilancia sul suo impero virtuale. Si espande nei beni e servizi

Nike continua a tessere la tela del suo mondo virtuale e si espande nel settore di beni e servizi. L’azienda di abbigliamento sportivo ha infatti presentato una serie di nuove domande di registrazione di marchi che fanno ulteriormente luce sulle sue ambizioni nel Metaverso. Già a ottobre, il colosso dello sportswear aveva presentato quattro richieste allo Us Patent and Trademark Office per proteggere i suoi marchi in diverse categorie tra cui “beni virtuali scaricabili” e servizi correlati per negozi al dettaglio e per l’intrattenimento. In sintesi, estendere l’applicazione dei propri marchi registrati anche a prodotti pensati per il mondo virtuale. Adesso la società sportiva rilancia su questo terreno, questa volta in relazione a progetti provenienti da Rtkft, l’azienda virtuale di calzature e moda che ha acquisito a dicembre. Le nuove domande incentrate su Rtkft sono interessanti, in quanto fanno di Nike uno dei primi grandi marchi che si espande in classi aggiuntive di beni/servizi da utilizzare nel regno virtuale aprendo le porte a nuove prospettive di business alle aziende che si accingono al deposito di marchi in relazione a questo regno fiorente ma, al contempo, insidioso.

Gli articoli indicati dal colosso di Beaverton a ottobre includevano copricapi, occhiali, borse, zaini e attrezzature sportive. La richiesta faceva già ipotizzare una maggiore presenza di Nike nella realtà virtuale. Oggi, quando il gruppo sta già consolidando la sua presenza in questo campo, dopo aver creato il suo mondo virtuale chiamato Nikeland sulla piattaforma di videogiochi Roblox Corp, si aggiungono nuove categorie di prodotti molto più vicine all’universo digital come trading cards, leasing di contenuti digitali e la fornitura di software non scaricabili per la produzione, la creazione automatizzata e non automatizzata e la modifica automatizzata e non automatizzata di supporti interattivi, clip video, fotografia, musica, dati, effetti visivi, oggetti da collezione digitali o cripto-collezionabili associati con Nft, tra gli altri.

Parallelamente, le richieste depositate più di recente sono incentrate su alcuni marchi com Mnlth, Loot Pod, Space Pod, PodX e Dart X. Per dare un’idea del loro ruolo per la società, il marchio Mnlth, ad esempio, viene utilizzato per promuovere token non fungibili legati a una scatola virtuale con logo Nike/Rtkft, mentre Loot Pod viene utilizzato in connessione con un marmo virtuale del Metaverso.

Questa mossa servirà a Nike anche a tutelarsi dall’enorme volume di presunte violazioni nel complesso mondo dei non fungible tokens. Sebbene questa nuova realtà sia ricca di potenzialità per il lusso e la moda, non è esente da insidie. Per citare qualche esempio, a inizio mese è rimbalzata su tutti i media la controversa questione che ha coinvolto la stessa Nike e StockX, la prima ha citato in giudizio il rivenditore online alla corte federale di New York per aver venduto immagini non autorizzate di scarpe, segnando l’ultima causa sulle risorse digitali note come Nft. Si ricorda che ciò è avvenuto a distanza di poche settimane dalla causa intentata da Hermès contro l’artista Mason Rothschild per i suoi Nft ‘metaBirkin’.

Nuovi sviluppi come questo sono degni di nota, dato che la maggior parte delle aziende è relativamente insicura su come affrontare il Metaverso in rapido sviluppo e su come proteggere i propri marchi nel regno virtuale; e sembra quasi che le mosse pionieristiche di Nike possano fare da apripista o da esempio al resto della fashion industry.

Fonte: pambianconews.com 

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