Initiative rilascia un nuovo capitolo di Stand Out in Culture sulla fruizione on demand

Initiative, agenzia media globale del gruppo Mediabrands, guidata da Andrea Sinisi, ha rilasciato un nuovo capitolo di Stand Out In Culture, l’Osservatorio che monitora opinioni, tendenze culturali e abitudini degli italiani. Dopo una serie di report dedicati ad indagare i temi della Diversity & Inclusion (da Gender Parity al razzismo, per citare solo alcuni esempi), l’Osservatorio di Initiative inaugura un nuovo filone di indagine: l’obiettivo è comprendere come, nuove abitudini sorte in relazione a modalità di fruizione, nuovi touchpoints, piattaforme e tecnologie, impattino le tendenze culturali e ne vengano vicendevolmente influenzate.

La prima indagine si concentra su un tema che ha rivoluzionato le abitudini degli Italiani, il rapporto con le piattaforme e i contenuti on demand, proprio nei giorni in cui l’offerta di advertising on demand si affolla e arricchisce. La TV ha tenuto compagnia a diverse generazioni di italiani e permane un mezzo dall’impatto centrale nella vita e nelle abitazioni degli italiani; tuttavia, con l’avvento del digitale, si è ritagliata un nuovo ruolo e si è arricchita di nuovi contenuti, nuove piattaforme, nuovi modi di fruire il piccolo schermo e, congiuntamente, di nuovi spazi di visibilità e di rilevanza per gli advertisers.

L’ON DEMAND PREFERITO PER CONTENUTI E INNOVAZIONE
Il 60% degli Italiani preferisce l’offerta on demand rispetto alla tv lineare per svariate motivazioni, la maggior parte relative all’offerta di contenuti e programmi: per la varietà e ampiezza dell’offerta (64%) innanzitutto, per la complementarietà dei contenuti considerati differenti da quelli tv (63%), per la loro esclusività (52%) e per la loro modernità e innovazione (53%). La flessibilità di fruizione non è più un requisito differenziante delle piattaforme on demand.
Secondo il 57% degli intervistati ogni piattaforma ha poi una propria area di forza specifica: questa gamma sfaccettata viene particolarmente apprezzata dalla Gen Z, che vede dall’offerta on demand dare spazio a temi non trattati dalla programmazione tradizionale (52%) e che si sente particolarmente rappresentata dalle tematiche raccontate (66%): le piattaforme on demand sono il luogo in cui creators e influencer possono esprimersi (46%), contribuendo a variegare l’offerta con voci nuove e inedite.

IN UN PANORAMA AFFOLLATO L’ON DEMAND CATTURA ATTENZIONE
Il 50% dell’audience di contenuti on demand dichiara di prestare tutta la propria concentrazione a ciò che seleziona e decide di guardare: un dato significativo, in un contesto in cui la nostra soglia di attenzione, già più bassa di quanto si potrebbe pensare, si è ridotta ulteriormente con l’abitudine allo “scroll”. Questo perché i contenuti sono altamente personalizzati: il palinsesto per la metà del pubblico on demand è fatto su misura. Se l’offerta è considerata costosa per il 43%, c’è una sorta di equivalenza tra coloro che preferiscono pagare un abbonamento che elimini la pubblicità dalla visione (48%) e tra coloro disposti a guardarla per abbassare il canone mensile (47%).

NUOVE OPPORTUNITA’ GENERANO NUOVI SPAZI PER I BRAND
Sappiamo come le serie tv siano in grado di creare entusiasmo e appassionare le audience: il 39% degli italiani valuta positivamente le marche che, tramite ad esempio limited edition o collezioni capsule, si avvicinino agli show più popolari. Le serie tv sono infatti in grado di influenzare il 32% nelle scelte d’acquisto (abbigliamento, make up, food…), grazie proprio alle marche che appaiono negli show, con cammei che sono apprezzati dal 36% degli intervistati. Più in generale, il 41% valuta molto positivamente i brand che si associano a contenuti che trattano tematiche vicine alle loro sensibilità.
In questo contesto i brand possono puntare ad un’integrazione molto coerente sfruttando la più ampia offerta di contenuti in modo da rafforzare il legame con segmenti di utenti culturalmente profilati e posizionarsi in maniera forte e chiara.

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