Ikea dice addio ad Amazon negli Usa e studia il suo marketplace

Dopo Birkenstock e il colosso Nike, anche Ikea ha deciso di smettere di vendere i suoi prodotti sull’e-commerce di Jeff Bezos dopo aver iniziato in America un progetto pilota focalizzato sugli articoli di illuminazione smart. Si parla di un fallimento dell’iniziativa, e della necessità di veicolarla in maniera più ampia ed efficace.

La verità è che Amazon sta diventando meno attraente per i marchi a causa di diversi fattori, non ultimo la vendita di prodotti contraffatti e la mancanza di controlli adeguati. Un tema che ha spinto l’American Apparel & Footwear Association nell’ottobre 2019 a contrassegnare alcuni dei siti cui si appoggia Amazon.

Ikea non ha specificato con quali marketplace lavorerà in futuro (in Cina è attivo con Alibaba), anche se ciò potrebbe indicare che qualcosa bolle in pentola. A febbraio 2019 Torbjorn Loof, chief executive of Inter Ikea parlò al Financial Times del lancio di un proprio marketplace, che includerebbe la vendita di prodotti diversi e anche di quelli dei propri concorrenti. Una prospettiva che consentirebbe al colosso svedese di avventurarsi in altre categorie di prodotti (come la moda per esempio) e beneficiare della ricezione di una parte dei proventi della piattaforma.

Il rivenditore di mobili è comunque in piena trasformazione: lo scorso aprile ha annunciato l’ampliamento a 30 mercati nel 2020 della sua opzione di leasing di mobili testata per la prima volta in Svizzera. In america, va avanti con nuovi concept. A New York ha aperto un negozio di piccola taglia nell’Upper East, poco più di 5 mila metri quadrati, per offrire ai clienti l’opportunità di sedersi con i consulenti di design. E alla fine del 2020 aprirà un nuovo store, sempre nella Grande Mela, quartiere del Queens per attirare i millennial urbani.

Fonte: italiaoggi.it

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