H&M lancia blockchain sul rental. Gli abiti raccontano anche chi li ha indossati

H&M sbarca sulla blockchain. Dopo l’asse Lvmh–Cartier–Richemont, cui si è appena aggiunto anche la Otb di Renzo Rosso, anche il gigante svedese del fast fashion decide di scommettere sulla tecnologia che sta rivoluzionando il mondo del business tra criptovalute e tracciabilità delle transazioni. Il progetto dell’azienda di Stoccolma, però, nasce sotto il segno della moda sostenibile ed è dedicato al fashion rental.

Come promette, si tratta di un servizio di abbigliamento a noleggio sviluppato in collaborazione con Lablaco, piattaforma specializzata nella moda circolare, che il marchio sta sperimentando in una delle sue insegne di Berlino. Attraverso le risorse tecnologiche della blockchain, il viaggio lungo la filiera produttiva di ciascun prodotto, fino all’ultima tappa della spedizione, è tracciato e interamente ricostruibile.

Fino alla fine dell’anno, presso il lussuoso H&M Mitte Garden di Berlino, i clienti potranno noleggiare, prenotando e pagando in store, uno dei 12 pezzi della collezione proposta per questo trial. L’articolo scelto durante la sessione di shopping può essere tenuto per un periodo compreso tra cinque giorni e tre settimane, oltre le quali scatta l’obbligo di restituzione. Dopodiché il capo verrà controllato, igienizzato e rimesso in circolo.

Fin qui potrebbe sembrare un servizio di fashion rental come tanti altri, se non fosse per l’archiviazione delle informazioni relative ad acquisti, resi e transazioni di ogni sorta sull’infrastruttura informatica della blockchain, proprio tramite il servizio ‘Spin’ di Lablaco.

I clienti dello store berlinesi, dunque, possono scansionare con il proprio smartphone i cartellini dei capi inclusi nel programma e risalire allo storico dei noleggi precedenti. L’obiettivo dell’approdo sul registro digitale è proprio la trasparenza, a cui possono contribuire gli stessi consumatori caricando virtualmente informazioni aggiuntive, ricordi e note personali sui capi che sono passati tra le loro mani. Per ognuno di essi sarà quindi consultabile una cronologia in divenire, in costante aggiornamento che dai dati sulla produzione arriva fino a quelli sui clienti che si sono avvicendati nell’usarlo, con il risultato di ricostruire una dettagliata biografia di ogni capo.

Per il momento, il servizio di noleggio è riservato al solo punto vendita della capitale tedesca e sarà un progetto pilota che si concluderà al termine del 2021. Non è da escludere, però, che venga esteso prossimamente anche ad altri store del marchio.

Per H&M non è la prima mossa verso le istanze della moda sostenibile. Un anno fa, per esempio, era stato lanciato Looop, “primo sistema di riciclo in negozio al mondo”, riservato alla sua sede di Stoccolma. Il servizio offre ai clienti l’opportunità di trasformare i vestiti usati in articoli nuovi di zecca, senza acqua né coloranti impiegati nel processo, direttamente in store. Potrebbe essere esteso ad alcuni degli altri negozi del marchio.

A far spiccare quest’ultimo programma di fashion rental, però, è proprio la componente tecnologica, che cavalca uno dei sistemi informatici ancora più inesplorati e ricchi di potenzialità.

Fonte: pambianconews.com 

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