Barò Cosmetics esempio italiano di avanguardia nel social retail channel

L’azienda Barò Cosmetics nata nelle Langhe nel 2015 apre il 2023 è stata scelta dalla piattaforma Meta di Zuckerberg come esempio di successo per l’innovazione nei canali di vendita. È stata infatti tra i primissimi in Europa ad adottare WhatsUp Business API con 156mila clienti gestiti attraverso questa modalità di interazione e vendita.

«Per noi che siamo nati senza punti vendita e totalmente e-commerce ha contato molto il contatto diretto con chi ci sceglie -. Spiega Alberto Toppino, co-fondatore del brand -. Cercavamo di costruire un nuovo canale con le stesse caratteristiche: un rapporto uno a uno. Personale e dedicato. Le nostre consulenti di bellezza seguono 14 ore al giorno 7 su 7 chi ha bisogno di un consiglio, un’informazione, una valutazione. L’uso di WhatsUp ormai comune a tutti e semplice, ci dava questa possibilità. In effetti è stato apprezzatissimo».

Il brand ha sviluppato il 30% del fatturato online tramite WhatsApp negli ultimi sette mesi, un tasso di apertura dei messaggi su questa App dell’80%, il 700% di incremento del tasso di conversione rispetto all’invio di email / dem, il 300% di aumento del tasso di conversione rispetto all’invio di sms.

«Da aprile a oggi è stato possibile popolare il nostro canale WhatsApp multilingua con 156mila nuovi clienti – commenta Guido Rosso, contact center director di Barò Cosmetics. I feedback che riceviamo ci incoraggiano a voler fare sempre di più e meglio per rispondere alle esigenze di chi sceglie Barò. In WhatsApp vediamo un modo diretto e poco invasivo per arrivare all’acquirente con una percentuale di apertura dei messaggi otto volte superiore alla posta elettronica».

Va sottolineato che sin da subito Barò Cosmetics ha puntato esclusivamente sulle vendite online, diventando un e-commerce mono brand in Italia per numero ordini e sviluppando un modello di business unico, con un know how proprio ottenuto dallo sviluppo interno di piattaforme web che rendono possibile una continua ottimizzazione del database clienti. La vendita diretta permette di ottimizzare i costi e ridurre i passaggi della filiera, proponendo così prodotti cosmetici ad un prezzo finale conveniente per il cliente, come spiegano dall’azienda.

La denominazione “Barò” deriva dal comune di Barolo, da cui si preleva la materia prima post torchiatura di scarti di vinacce d’uva nebbiolo coltivata con metodo biologico. Il brand ha una gamma di oltre 100 prodotti testati per la tollerabilità cutanea e made in Italy. L’azienda impiega nei siti di Guarene 31 dipendenti con un’età media di 36 anni e 61% donne, a cui si aggiungono una trentina di consulenti di bellezza nella sede torinese.

Fonte: ilsole24ore.com 

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