Anche i luxury brand scommettono sulla piattaforma Discord

Molti brand di moda sono recentemente approdati su Discord, piattaforma social di messaggistica istantanea e distribuzione digitale lanciata nel 2015. I marchi stanno provando a creare una community di propri utenti-fan e di esplorare le molteplici opportunità del social.

La piattaforma si è inizialmente diffusa tra i gamers, permettendo agli utenti (membri di un server Discord) di comunicare con chiamate vocali, videochiamate, messaggi di testo, media e chat private, ma è diventato poi anche terreno fertile per la risonanza del ‘fenomeno Nft’ e per la condivisione di contenuti legati al mondo dello streetwear e delle sneakers. Oggi al suo interno troviamo però anche player del lusso come Gucci, Prada e Kenzo.

Come riportato da Business of Fashion, l’interesse, da parte dei fashion brand, risiede in particolare nel creare una connessione sempre più stretta con i propri clienti, ricercando interazioni e scambi diretti, sia in parallelo tra gli utenti interni alla community che, trasversalmente, con il brand stesso. Il concetto di community rappresenta per un brand la fase finale di un percorso di fidelizzazione dell’acquirente, dove il cliente diventa un vero e proprio fan del brand. Un passaggio molto difficile da raggiungere, lontano in parte dal mondo del lusso, e che fino ad adesso ha coinvolto maggiormente, nel settore dell’abbigliamento, i brand di streetwear – primo tra tutti Supreme.

L’aspetto più insidioso della piattaforma consiste però nel dover gestire la propria community, moderandola ed assicurandosi che al suo interno i contenuti non risultino in qualche modo sensibili o offensivi (come nel caso di post promotori d’odio). Anche perché i server, come riportato da BoF, sono molto spesso presi di mira dagli hacker, soliti a condividere spam e contenuti non filtrati.

Un chiaro esempio viene da Adidas che, con il suo server Discord creato nel gennaio di quest’anno, e che conta attualmente quasi 60mila membri, ha dovuto assumere a tempo pieno un team di sette moderatori, dedicato al controllo delle domande e delle risposte degli utenti. Il modo più sicuro per assicurarsi la non-violazione delle regole della piattaforma.

“Il suo più grande vantaggio rispetto a piattaforme social come Twitter – ha dichiarato a BoF Ian McMillan, chief growth officer della piattaforma web3 Mojito, – è che rende facile per i membri parlare tra loro del marchio e non solo commentarlo pubblicamente”.

“Vedo la community come uno dei pilastri della strategia Web3, probabilmente il più importante”, aggiunge Erika Wykes-Sneyd, co-founder dello studio Web3 di Adidas. “Discord è per noi un canale davvero importante per poter avere una conversazione non filtrata con la comunità. Ma Discord ha le sue sfide. Non è perfetto.”

Fonte: pambianconews.com 

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