Dior e Louis Vuitton cambiano le regole del retail fra arte, libri e alta cucina
Il lusso rallenta, anche se non ovunque, ma le grandi maison continuano a investire nel retail. Non semplici negozi di abbigliamento e accessori, tuttavia, ma «destinazioni ibride». Proprio come Dior definisce la sua nuova Gold House inaugurata nei giorni scorsi a Bangkok, in Thailandia.
Un concept store inedito, con un’architettura che richiama l’emblematica facciata di 30 Avenue Montaigne, l’indirizzo parigino di Dior, in salsa thai: la Gold House, come dice il nome, è infatti rivestita da 850 mila tessere di mosaico in oro fatte a mano dagli artigiani locali.
Fra opere di artisti e artigiani tailandesi
Sparse nei giardini di 2.500 metri quadrati e negli interni di 800 mq, accanto alle collezioni firmate dai direttori creativi della maison, ci sono le opere di artisti e artigiani tailandesi, incontrati «qualche anno fa alla Milano Design Week» dall’italiano Luca Albero, visual merchandising creation and image director di Dior: colui che ha trasformato quello che fino allo scorso febbraio era un parcheggio in un’oasi in cui l’arte è parte integrante dell’esperienza. Insieme alla gastronomia: il Café Dior propone infatti le creazioni dello chef stellato Mauro Colagreco.
Louis Vuitton con café, cioccolateria e murales
Moda, arte, alta cucina (e cultura) sono anche le protagoniste del temporary store inaugurato il mese scorso a Manhattan da Louis Vuitton. Uno spazio scenografico costruito per durare solo un paio d’anni: giusto il tempo, per il brand, di rinnovare il suo flagship store dall’altra parte della strada, sulla Fifth Avenue. E un progetto che, oltre ai piani dedicati allo shopping vecchio stile di gioielli, accessori, abbigliamento e al piano riservato ai clienti privati della maison, disponibile solo su appuntamento, comprende non solo i primi café e cioccolateria Louis Vuitton negli Stati Uniti ma anche uno spazio per la lettura con 70 posti a sedere. Alle pareti, gli oltre 650 volumi della biblioteca di Louis Vuitton, supervisionata dall’autore e editor Rizzoli Ian Luna. Una selezione di libri dedicati al cibo, all’architettura, ai viaggi e all’arte. E a proposito di arte, su tutti e cinque i piani del temporary store murales di grandi dimensioni celebrano alcune delle collaborazioni artistiche di maggior impatto del marchio, tra cui quelle con Richard Prince, Yayoi Kusama, Supreme, Takashi Murakami e Stephen Sprouse. Mentre all’ingresso i clienti vengono accolti con un’imponente installazione progettata da Shohei Shigematsu, architetto dello studio Office for Metropolitan Architecture.
Un’esperienza di shopping coerente con la strategia che sta seguendo Louis Vuitton, un brand che si posiziona sempre più come marchio culturale.
Fonte: italiaoggi.it
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